Nonostante sia ufficiale il fatto che l'app "Talking Angela" non sia manovrata da un pedofilo, la bufala continua a girare sulla rete. Sotto accusa l'applicazione, prodotta da Outfit 7, che ha realizzato una serie di altri giochi con animali "parlanti" tra i quali la serie di Talking Tom Cat, che ha come protagonista una gattina, Angela, che parla e interagisce con i bambini. Secondo alcune voci, sostenute in diversi casi anche da denunce e segnalazioni alla polizia postale, negli occhi del felino si nasconderebbe una webcam, in grado di vedere i piccoli utenti e scattare fotografie, quindi sarebbe nient'altro che un'esca utilizzata dai pedofili per "agganciare" i minori. Di questa idea sono i tanti genitori che si sono rivolti alle autorità, perché, dicono, nelle pupille della gatta si vede chiaramente la sagoma di un signore di mezza età, seduto in una specie di ufficio, con alle spalle una libreria. L'allarme però è scattato anche per una serie di strane domande che l'app rivolge ai bimbi, per esempio il loro nome, cognome e indirizzo e, in un caso segnalato, anche la proposta di un incontro, oppure la richiesta di togliere il dito dalla telecamera o spostarsi più a destra o più a sinistra. La società costruttrice ha già smentito la bufala, ma tra gli esperti del web si parla di un possibile attacco degli hacker: il fatto strano è che, quando si scarica l'applicazione, si attiva immediatamente una webcam. Sembra quindi che ci sia effettivamente qualcuno a manovrare il gioco e su questo si concentrano le indagini delle autorità italiane e internazionali.

Ma sia che si tratti di verità o di una bufala, Talking Angela ha raggiunto proprio ora il suo più grande successo: attualmente è top download sia per Android che per iOS.
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