Mercoledì scorso sono stati presentati gli ultimi emendamenti e da mesi le lobby sono scatenate alla conquista dell'ultimo voto. Che comunque non sarà decisivo, perché dopo il voto in plenaria - e sempre che si arrivi a concedere un mandato alla relatrice, la laburista britannica Linda Mcavan - dovrà cominciare la trattativa con il Consiglio per definire il testo finale. In gioco, non solo le sigarette tradizionali (e gli incassi fiscali per gli stati), ma soprattutto le sigarette elettroniche. La cui regolamentazione ha conseguenze potenzialmente epocali sui costumi, sulla salute e sui miliardari investimenti che le major del tabacco sono pronte a fare. L'Eurocamera di fatto è frantumata - sia per gruppi politici, sia per gruppi di paesi - tra i pareri della Commissione Industria e quelli della Commissione Ambiente e Salute. Con la prima più attenta agli interessi di una filiera come quella del tabacco che - dalla produzione agricola alla distribuzione - nella sola Italia conta 200.000 persone, la seconda invece schierata sulla linea di scoraggiare il più possibile il 'vizio' che - secondo i dati della Commissione europea - è "la prima delle cause di rischio evitabile per la salute". E che provocherebbe 700.000 morti all'anno, contando tutte le possibili malattie correlate al fumo. Punti sensibili della direttiva, per quanto riguarda i prodotti tradizionali: le dimensioni degli avvertimenti e delle immagini choc sui pacchetti, la possibilità di continuare o meno la vendita di sigarette al mentolo, la lista degli additivi utilizzabili, e giù fino alla possibilità di continuare a vendere le sigarette di gomma o cioccolata. Il nodo per la sigaretta elettronica è invece essenzialmente sulla regolamentazione della vendita. Finora è stata praticamente libera, come il suo uso. La Commissione salute ha chiesto che venga assimilata ad un prodotto medicinale ed in quanto tale, da un certo tasso di nicotina in su, ne sia possibile la vendita solo in farmacia. Una ipotesi che il Ppe, la famiglia politica di maggioranza relativa in Parlamento, ha deciso di scartare. In un parere del consulente per la salute, il tedesco Peter Liese, si fa infatti notare che "essa evita i pericoli che vengono dalla combustione" e per questo "è incomprensibile perché la Commissione ed il Consiglio propongano qualcosa che permetta alla gente di comprare prodotti pericolosi come le sigarette in qualsiasi negozietto, mentre la E-Cigarette, che è molto meno pericolosa, potrebbe essere comprata solo in farmacia con prescrizione".
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