Ultracentenari si diventa, facendo esercizio fisico e con frugalità a tavola. E' quanto sottolineato dal presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) Giuseppe Paolisso, nel ricordare come a determinare una lunga vita sia "per il 25% il patrimonio genetico, mentre la sommatoria di esercizio fisico e alimentazione semplice influiscono per il 75%. Quindi se abbiamo dei buoni antenati, seguiamo una dieta corretta e facciamo esercizio fisico, abbiamo l'elisir di lunga vita". Disegnando una geografia degli italiani più longevi, nel giorno in cui il siciliano Arturo Licata a 111 anni è diventato l'uomo più vecchio al mondo, il geriatra della Seconda Università degli studi di Napoli nonché preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Paolisso, ha detto che "siamo il secondo Paese più vecchio al mondo, e stiamo anche incalzando il Giappone che attualmente detiene il primato di longevità. La Sardegna è la regione con il record dei centenari. Il dato è noto da tempo ma sui motivi abbiamo solo una serie di indizi". "I centenari - ha osservato Paolisso - non vivono mai vicino al mare ma in aree montane o rurali dove anche per procurarsi il cibo è necessario un quotidiano esercizio fisico, e dichiarano sempre di seguire un regime alimentare semplice. La dieta mediterranea, in tal senso, ha due effetti positivi che aiutano la longevità: è ricca di antiossidanti che combattono killer come i radicali liberi; e ha effetti positivi sul Dna perché evitano l'accorciamento dei telomeri, la regione terminale del cromosoma, una sorta di gomitolo che se non si accorcia più non scatena patologie". Inoltre, chi vive in piccoli centri, a volte paesini montani di 300 abitanti, ha sottolineato infine Paolisso, "rappresenta i cosiddetti 'isolati genetici ', con rari contatti con la modernità. Costoro spesso si scambiano il patrimonio genetico, accoppiandosi con membri della propria comunità. Ed è nel gruppo degli 'isolati genetici' che è più facile trovare casi di longevità" ha concluso il geriatra.
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