Mantenere un figlio in Italia è particolarmente oneroso in Italia.

L'Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha recentemente pubblicato un’indagine sui costi relativi al mantenimento di un figlio nel primo anno di vita.

Dallo studio sulla spesa sostenuta per un bambino nei primi 12 mesi emerge che il costo varia da 7.072 a 15.140 euro con un aumento medio dell'1,1% nel 2017 rispetto al 2016.

Oltre ai prodotti indispensabili come passeggini e pannolini, occorre considerare i costi relativi alla sfera del childcare.

In primo luogo gli asili comunali, i cui costi - secondo una ricerca di Cittadinanza Attiva - possono arrivare fino a 500 euro al mese.

Poi ci sono le spese per l'eventuale babysitter.

Secondo Sitly, la piattaforma specializzata nella messa in contatto di famiglie e baby sitter, la tariffa media oraria di una tata italiana è di 7,67 euro; una cifra superiore a quella richiesta, per esempio, in Finlandia e Danimarca, dove la paga media è di circa 6 euro l'ora, o in Olanda, nazione in cui si resta sotto i 7 euro (dati raccolti attraverso ricerche effettuate nei diversi Paesi in cui il gruppo Sitly è presente).

Per questo alcune mamme decidono di lasciare la propria occupazione per dedicarsi a tempo pieno ai figli: l'Ispettorato nazionale del lavoro, in un rilevamento del 2017, ha evidenziano come nel 2016 il 5% delle 30mila donne che si sono licenziate l’ha fatto per i costi troppo elevati nella gestione dei figli, a cui si aggiunge un altro 20 per cento (6.000 donne) che si è licenziato perché non c’erano posti all’asilo nido per il bambino.

(Unioneonline/F)
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