È ancora l'Italia il Paese dell'Unione europea con il più grande buco nella riscossione dell'Iva anche nel 2016.

La Commissione europea ha calcolato nel suo rapporto annuale un'evasione dell'imposta del valore aggiunto del nostro Paese per 35,98 miliardi di euro, in leggero aumento rispetto al 2015 (35,753 miliardi), quando Roma guidava già la poco lusinghiera classifica.

L'Italia è invece terza nella graduatoria europea che considera il divario tra gettito previsto e riscosso sull'Iva in termini percentuali, registrando un 25,9%, subito dietro Romania (35,88%) e Grecia (29,2%).

Nel complesso, dal 2012 al 2016, il nostro Paese è riuscito a ridurre l'evasione del 3%, con un divario calato dal 29% a poco meno del 26%.

Nel suo insieme, l'Ue ha registrato perdite di introiti sull'Iva per 147,1 miliardi di euro, in calo di 10,5 miliardi rispetto all'anno precedente.

Gli Stati in cui si registra l'evasione più bassa sono Lussemburgo (0,85%), Svezia (1,08%) e Croazia (1,15%).

"Gli Stati membri - commenta il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici - hanno migliorato la riscossione dell'Iva in tutta l'Ue. Tale sforzo deve essere riconosciuto e apprezzato. Ma una perdita di 150 miliardi di euro l'anno per i bilanci nazionali rimane inaccettabile, soprattutto quando 50 di questi miliardi finiscono nelle tasche di criminali, autori di frodi e probabilmente anche terroristi".

(Unioneonline/F)

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