Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha disposto di non procedere all'annullamento della gara di aggiudicazione dell'Ilva e chiude formalmente il procedimento avviato su di essa.

È quanto si legge nel provvedimento pubblicato sul sito del ministero dello Sviluppo economico con il parere dell'Avvocatura di Stato che nei giorni scorsi aveva risposto ai quesiti sollevati dal vicepremier.

Il documento è stato inviato anche alla cordata Am Investco Italy, con capofila ArcelorMittal, che si è aggiudicata la gara.

"La mancata valutazione della nuova offerta in rilancio formulata da Acciai Italia (l'altra cordata in gara per Ilva) può assumere rilievo di quell'eccesso di potere che sarebbe uno dei due presupposti per annullare la gara", ma la possibilità di annullare deve ancorarsi ad un interesse pubblico concreto ed attuale, particolarmente corroborato", recita il documento.

"A tal fine, a titolo meramente indicativo, utili riferimenti potranno trarsi proprio dai molteplici interventi della Corte Costituzionale la quale ha precisamente evidenziato gli interessi costituzionalmente protetti che vengono in evidenza nella 'questione Ilva' la cui gradazione evidentemente compete alla discrezionalità politica", si legge ancora nel parere.

LE CRITICHE DI CALENDA - Dopo la pubblicazione del parere, ad attaccare Di Maio è stato l'ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che negli ultimi mesi ha sempre sostenuto che la gara per Ilva non potesse essere annullata.

"Chiaro ora perché Di Maio ha tenuto segreto il parere! L'Avvocatura conferma in pieno parere precedente su rilanci. Eccesso di potere ci sarebbe stato se non si fosse tenuto in conto interesse pubblico", ha scritto su Twitter, "in un paese serio un ministro che distorce un parere istituzionale si dimette" ha aggiunto l'ex titolare del dicastero.

IL REFERENDUM SULL'ACCORDO TRA ARCELORMITTAL E SINDACATI - Intanto, dopo la firma dell'accordo tra ArcelorMittal e sindacati sulla nuova Ilva, raggiunto mercoledì, che prevede l'assunzione di 10.7000 dipendenti, i lavoratori della società saranno chiamati a esprimere il loro parere sull'intesa con un referendum.

Da lunedì inizieranno le prime assemblee negli stabilimenti per discutere.

In caso di vittoria dei "no", non ci sarà il via libera definitivo all'accordo.

(Unioneonline/F)

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