Torna l'emergenza economica in Argentina.

A 16 anni dalla fine della drammatica crisi degli anni 1999-2002, il Paese sudamericano torna a far preoccupare i mercati mondiali, influenzando in negativo le principali Borse europee, tra cui Piazza Affari.

Ieri la Banca centrale (Bcra) ha alzato il suo tasso di interesse chiave dal 45 al 60% per cercare di fermare la caduta della moneta locale, il peso, che ha perso oltre il 10% in soli due giorni.

Il deprezzamento rispetto al dollaro è del 12% dall'inizio della settimana e del 45% quest'anno.

Intanto il presidente Mauricio Macri ha annunciato di aver chiesto al Fondo Monetario Internazionale di anticipare i pagamenti a sostegno del programma economico del governo.

A giugno il Fondo ha concesso un prestito di 50 miliardi di dollari all'Argentina e un primo pagamento di 15 miliardi è già stato eseguito.

La direttrice del Fmi, Christine Lagarde, ha dichiarato che l'istituzione prenderà in considerazione il rafforzamento del suo aiuto all'Argentina e l'accelerazione dei pagamenti dei prestiti.

Il capo del governo argentino Marcos Pena invece ha rassicurato sul futuro del Paese, sottolineando che l'economia nazionale "uscirà rafforzata dal processo di trasformazione" avviato alla fine del 2015 dal presidente Macri. "Non c'è alcun fallimento economico in vista - ha assicurato - siamo nel mezzo di un profondo cambiamento nella giusta direzione". Pena ha attribuito la turbolenza sul mercato dei cambi a una "vulnerabilità strutturale" del Paese: "Sono passati decenni con un problema di deficit di bilancio e nulla è stato fatto per risolverlo".

(Unioneonline/F)
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