"Nessun allarmismo. La legge tutela le aziende pastorali e agricole. Alla ripresa dei lavori in aula si lavorerà per perfezionare la norma, perché la norma non calpesti la tradizione e l'identità della Sardegna". La capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandra Zedda e il vicepresidente della commissione sanità Edoardo Tocco confermano la linea della compagine azzurra: "Il provvedimento, varato dalla Regione, è mirato a valorizzare il comparto suinicolo isolano nel rispetto della salute pubblica, viste le problematiche derivanti dalla peste suina africana - aggiungono gli esponenti forzisti - ma non è realistico pregiudicare l'attività portata avanti da decenni da centinaia di aziende a carattere familiare, che potranno continuare ad allevare i maialetti all'interno del proprio podere".

Ecco perché la legge dovrà senza dubbio porre rimedio ad eventuali vincoli che si pongono contro questa tradizione che in molte tenute agricole della Sardegna si tramanda da secoli: "Il testo - concludono Zedda e Tocco - deve rappresentare un equilibrato processo delle problematiche in campo, andando a conformare le questioni sanitarie con la commercializzazione delle produzioni tipiche isolane. È nostro intendimento rilanciare il marchio del porcetto sardo, senza vincoli per gli allevamenti". Da ricordare che in Consiglio la legge oggi contestata o comunque da modificare, è stata votata alla unaninità.

L'UDC - La bocciatura è stata netta. Sin dalla genesi della legge, con la discussione in consiglio che ha portato all’abbandono dell’aula al momento del voto finale sul provvedimento. Per il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu la sentenza sulla norma in materia di valorizzazione del settore suinicolo sardo è inappellabile: "Tutto come previsto – spiega l’esponente dei moderati – I nostri dubbi si sono materializzati con l’evidente stortura nell’applicazione della normativa. Un progetto che rischia di rompere gli ingranaggi già fragili delle aziende ad economia familiare, che rappresentano la spina dorsale del comparto agrozootecnico isolano".

Gli appelli del gruppo Udc, per una riflessione più profonda sul testo, sono rimasti inascoltati: "I nodi sono venuti al pettine, considerate le maglie troppo strette della legge approvata che impone alle tenute rurali sarde il divieto di allevare il tradizionale porcetto – conclude Rubiu – Il pericolo, va detto, è che si perda un patrimonio identitario dal valore incomparabile per la Sardegna, schiacciando inoltre centinaia di aziende a livello familiare. Si riprenda dunque il dialogo, per revisionare le parti più controverse della legge e favorire il rilancio del comparto suinicolo isolano".
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