Il Senato ha dato il via libera al Decreto Dignità.

Il provvedimento ha incassato 155 sì e 125 no (un astenuto) e nei prossimi giorni sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

"Questo decreto legge - le parole del ministro proponente, Luigi Di Maio, titolare della delega al Lavoro - è giusto, perchè interviene su 4 emergenze: il precariato, il gioco d'azzardo, delocalizzazione e la burocrazia. Non è uno strumento che risolve tutti i problemi, ma comincia ad affrontarli in controtendenza rispetto al passato".

Duro, invece, il giudizio dell'opposizione.

"È il decreto disoccupazione, altro che dignità - il commento del capogruppo Pd Andrea Marcucci - perché crea più precarietà e più lavoro nero e riduce i posti di lavoro. Parliamo - ha aggiunto il senatore dem - di persone in carne ed ossa, che con il vostro decreto si troveranno in mezzo alla strada. Ecco come combattete la precarietà: licenziando i lavoratori. Avete fatto cartastraccia di tutte le cose positive dei governi di centrosinistra e lo avete fatto sulla pelle della gente".

All'attacco anche Giorgia Meloni: "È un decreto-visibilità - dice la leader di Fratelli d'Italia - ma avranno meno da festeggiare le migliaia di persone che rischiano di ritrovarsi senza occupazione a causa di un provvedimento vetero-marxista".

Decreto Dignità, la protesta del Pd in Senato
Decreto Dignità, la protesta del Pd in Senato
Decreto Dignità, la protesta del Pd in Senato
Il senatore dem Davide Faraone
Il senatore dem Davide Faraone
Il senatore dem Davide Faraone
"Meno 80mila posti lavoro", la scritta sui cartelli esposti in aula
"Meno 80mila posti lavoro", la scritta sui cartelli esposti in aula
"Meno 80mila posti lavoro", la scritta sui cartelli esposti in aula
Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio
Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio
Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio
Di Maio e Conte dopo l'approvazione
Di Maio e Conte dopo l'approvazione
Di Maio e Conte dopo l'approvazione
(Foto Ansa)
(Foto Ansa)
(Foto Ansa)

Per Tania Sacchetti (Cgil) "si era partiti con un obiettivo affatto scontato, ovvero mettere al centro dell'intervento la dignità del lavoro contrastando la precarietà, ma si è risolto in un intervento che contraddice nei fatti quel titolo ambizioso e importante, a partire dalla reintroduzione dei voucher. Si continua a inseguire ha aggiunto Sacchetti - la logica del lavoro mordi e fuggi, poco retribuito e dequalificato, che svilisce competenze e professionalità".

Negativo anche il giudizio di alcune associazioni di categoria, come la Confederazione Nazionale Artigiani, che in una nota scrive: "La conversione in legge del Decreto Dignità senza prestare attenzione alle preoccupazioni sulle modifiche ai contratti a tempo determinato, che ad alta voce si sono alzate per settimane da grandissima parte del mondo datoriale, ma in particolare da artigiani e piccole imprese, non può non lasciare dietro di sé una fortissima delusione''.

Questo, aggiunge la Cna, è "un decreto che non costruisce strumenti nuovi e più efficaci per coniugare mercato, regole e diritti dei lavoratori, ma modifica in senso peggiorativo regole e strumenti ben funzionanti e efficienti come i contratti a tempo determinato''.

(Unioneonline/l.f.)

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