Decreto dignità, arriva il via libera: il provvedimento è legge
Il Senato ha dato il via libera al Decreto Dignità.
Il provvedimento ha incassato 155 sì e 125 no (un astenuto) e nei prossimi giorni sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
"Questo decreto legge - le parole del ministro proponente, Luigi Di Maio, titolare della delega al Lavoro - è giusto, perchè interviene su 4 emergenze: il precariato, il gioco d'azzardo, delocalizzazione e la burocrazia. Non è uno strumento che risolve tutti i problemi, ma comincia ad affrontarli in controtendenza rispetto al passato".
Duro, invece, il giudizio dell'opposizione.
"È il decreto disoccupazione, altro che dignità - il commento del capogruppo Pd Andrea Marcucci - perché crea più precarietà e più lavoro nero e riduce i posti di lavoro. Parliamo - ha aggiunto il senatore dem - di persone in carne ed ossa, che con il vostro decreto si troveranno in mezzo alla strada. Ecco come combattete la precarietà: licenziando i lavoratori. Avete fatto cartastraccia di tutte le cose positive dei governi di centrosinistra e lo avete fatto sulla pelle della gente".
All'attacco anche Giorgia Meloni: "È un decreto-visibilità - dice la leader di Fratelli d'Italia - ma avranno meno da festeggiare le migliaia di persone che rischiano di ritrovarsi senza occupazione a causa di un provvedimento vetero-marxista".
Per Tania Sacchetti (Cgil) "si era partiti con un obiettivo affatto scontato, ovvero mettere al centro dell'intervento la dignità del lavoro contrastando la precarietà, ma si è risolto in un intervento che contraddice nei fatti quel titolo ambizioso e importante, a partire dalla reintroduzione dei voucher. Si continua a inseguire ha aggiunto Sacchetti - la logica del lavoro mordi e fuggi, poco retribuito e dequalificato, che svilisce competenze e professionalità".
Negativo anche il giudizio di alcune associazioni di categoria, come la Confederazione Nazionale Artigiani, che in una nota scrive: "La conversione in legge del Decreto Dignità senza prestare attenzione alle preoccupazioni sulle modifiche ai contratti a tempo determinato, che ad alta voce si sono alzate per settimane da grandissima parte del mondo datoriale, ma in particolare da artigiani e piccole imprese, non può non lasciare dietro di sé una fortissima delusione''.
Questo, aggiunge la Cna, è "un decreto che non costruisce strumenti nuovi e più efficaci per coniugare mercato, regole e diritti dei lavoratori, ma modifica in senso peggiorativo regole e strumenti ben funzionanti e efficienti come i contratti a tempo determinato''.
(Unioneonline/l.f.)
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