La gara vinta da Arcelor Mittal sarà rimessa in discussione da un riesame tecnico delle scelte fatte dal precedente governo. Se emergeranno elementi di reato, potrebbero scattare indagini penali.

È la posizione assunta dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, che ha ospitato un incontro con oltre sessanta soggetti interessati e che, parallelamente, chiede alla società acquirente di migliorare le condizioni a livello ambientale ed occupazionale.

I risultati dell'incontro sono stati inseriti in un documento, pubblicato sul sito del ministero, in cui si parla in sostanza di materia ambientale, e meno del lato occupazionale. I sindacati, quindi, temono che la società confermerà gli esuberi, come aveva già fatto prima dell'arrivo del governo targato M5S-Lega.

Di Maio, per parte sua, ha spiegato che su Ilva ci sono due fronti. Da una parte, "quello della legalità", e "sarà la legge a dirmi se devo annullare la gara in autotutela", dopo i rilievi sollevati dall'Anac.

"Poi c'è il fronte occupazionale - ha aggiunto il ministro -. Questi due fronti noi li portiamo avanti in parallelo, proprio perché ci sono dei tempi da rispettare. Sappiamo che tutto scade al massimo il 15 settembre, ma sappiamo anche che la vera scadenza è anche prima".

Attaccando il precedente governo "che aveva dato garanzie da fantascienza", Di Maio si è detto pronto ad andare in procura qualora ci fossero elementi di reato. Il suo predecessore, Carlo Calenda, non sembra spaventato: "Fai benissimo a mandare le carte in procura se ravvisi elementi di reato - è il commento su Twitter -. Nel mentre però rimane il problema di decidere cosa fare di Ilva".

Domani dovrebbe tenersi un incontro tra azienda e rappresentanti dei lavoratori.

(Unioneonline/D)

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