Contrapposizioni tra gli stessi dipendenti, tra opposte fazioni politiche e da tempo, dunque, anche tra sigle sindacali interne ed esterne all'azienda. La vertenza Aias è sempre più caotica. Mentre infatti pur apprezzando gli ultimi freschi sviluppi (che parrebbero promettere il pagamento di 2 delle 10 mensilità arretrate per i dipendenti) Cgil, Cisl e Uil Funzione Pubblica continuano a chiedere che venga rescissa la convenzione ad Aias, da sponda opposta l'Ugl (presente nella Rsa aziendale ed una delle sigle artefici dei risultati ottenuti con i vertici sanitari della Regione) chiede garanzie su quanto ottenuto finora non fidandosi appieno delle parole dell'Assessore Arru e del direttore dell'Ats Moirano. Rivolti ai vertici sanitari regionali Cgil, Cisl, Uil Fp invocano "l'apertura di un tavolo di crisi con la Presidenza della Giunta regionale e l'assessorato alla Sanità per arrivare alla corresponsione delle 10 mensilità arretrate". Nel comunicato, in cui non mancano attacchi ad Aias ("usa i suoi dipendenti come banca di famiglia") anche la richiesta affinché "la procedura avviata dall'Ats nei confronti di Aias per inadempienza contrattuale non venga interrotta per ragioni politiche. Bisogna voltar pagina". Sul fronte opposto l'Ugl con il referente regionale Lino Marrocu chiede invece la salvaguardia di tutti i posti di lavoro dei dipendenti Aias. "Non sono arrivate garanzie in merito durante l'incontro di giovedì con l'assessore Arru e il direttore Ats Moirano e non vorrei che andasse a finire come per i punti nascita Villa Elena e Sant'Anna di Cagliari chiuse l'anno scorso con 30 licenziamenti dopo le ampie rassicurazioni dei mesi precedenti". Da Marrocu anche una stoccata a Cgil, Cisl e Uil Fp: "Hanno pochissimi iscritti in Aias dunque una minima delega da parte dei lavoratori: la smettano di sbraitare".

Simone Farris
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