È scontro sempre più aperto tra Tito Boeri e Matteo Salvini.

Il presidente dell'Inps ha risposto per le rime alla nota congiunta dei ministri Tria e Di Maio, che hanno attaccato la stessa Inps e la Ragioneria Generale dello Stato per la relazione tecnica che accompagna il decreto dignità, che prevede la perdita di 80mila posti di lavoro nei prossimi 10 anni.

"Le dichiarazioni dei ministri rivolgono un attacco senza precedenti alla credibilità di due istituzioni nevralgiche per la tenuta dei conti pubblici nel nostro Paese, e in grado di fornire supporto informativo alle scelte del Parlamento e all'opinione pubblica", ha scritto in una nota Boeri.

Per poi entrare nel merito e rincarare la dose: "Siamo ai limiti del negazionismo economico. Il provvedimento comporta un innalzamento del costo del lavoro per i contratti a tempo determinato e un aumento dei costi in caso di interruzione del rapporto di lavoro per contratti a tempo indeterminato: in presenza di un inasprimento del costo del lavoro complessivo, l'evidenza empirica e la teoria economica prevedono unanimemente un impatto negativo sulla domanda di lavoro. E in un'economia con disoccupazione elevata, questo significa riduzione dell'occupazione".

"L'impatto negativo - continua Boeri - è fuori discussione: la stima dell'Inps è relativamente ottimistica e prevede che il 10% dei contratti a tempo determinato che arrivano a 24 mesi di durata non vengano trasformati in altri contratti. Se l'obiettivo del provvedimento è quello di garantire un lavoro più stabile e produttività più alta in futuro al prezzo di un effetto iniziale di riduzione dell'occupazione, queste stime non devono spaventare".

"Quel che spaventa - è la chiosa del presidente dell'Inps - è questa campagna contro chi cerca di porre su basi oggettive il confronto pubblico".

Il primo a replicare è stato Matteo Salvini, già protagonista di un duro scontro con Boeri sul tema dei migranti: "Il presidente dell'Inps continua a dire che la Fornero non si tocca, che gli immigrati ci salvano perché ci pagano le pensioni, che questo decreto crea disoccupazione. In un mondo normale se non sei d'accordo con niente delle linee politiche, economiche e culturali di un governo e rappresenti un altro modo di vedere il futuro, ti dimetti".

Il presidente dell'Inps tuttavia tira dritto. Conferma le stime e aggiunge: "I dati non si fanno intimidire".

(Unioneonline/L)
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