Mentre le altre regioni in Italia hanno aumentato la percentuale di strutture mobili, richieste dal mercato turistico, in Sardegna si è fatto il contrario.

Dal 35% un emendamento dei Rossomori ha ridotto questa percentuale al 25, con il rischio di penalizzare le strutture isolane. Altrove, come in Toscana, questa percentuale sale anche al 60%.

La denuncia arriva dalla Faita, la FederCamping Sardegna, che in un incontro con la stampa a Torregande ha ribadito che il comparto turistico all'aria aperta è fondamentale per l'economia sarda e che il tentativo di renderlo non competitivo e marginale con misure politiche penalizzanti non è strategico ed è, addirittura, anti-economico.

I trend nazionali e internazionali registrano, infatti, una crescita continua della curva del turismo all'aria aperta, di quei visitatori che desiderano che la propria vacanza sia agganciata all'esperienza del territorio.

Ogni anno nell'Isola quasi 5 milioni di turisti soggiornano nei campeggi con un fatturato che si aggira sui 100 milioni di euro e vanta oltre 3.500 dipendenti.

L'INTERVISTA:

Elia Sanna

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L'EMENDAMENTO:

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