"Gli italiani sottostimano la quota di popolazione sopra i 65 anni e sovrastimano quella di immigrati e di persone con meno di 14 anni. La deviazione fra percezione e realtà è molto più accentuata che altrove. Non sono solo pregiudizi. Si tratta di vera e propria disinformazione".

Queste le parole del presidente dell'Inps Tito Boeri, che oggi ha presentato i dati 2017 dell'istituto di previdenza sociale nel corso della tradizionale Relazione annuale a Roma.

Tra i temi toccati anche quello dei migranti, che - secondo l'economista - rappresentano forza lavoro utile, da una parte perché svolge attività che gli italiani non vogliono più fare, dall'altra perché, attraverso i contributi versati, contribuisce in modo significativo al pagamento delle pensioni.

"Il nostro Paese ha bisogno di aumentare l'immigrazione regolare", ha detto Boeri, aggiungendo che sono "tanti i lavori che gli italiani non vogliono più svolgere", in particolare nell'ambito del lavoro manuale non qualificato.

"Quando si pongono forti restrizioni all'immigrazione regolare, aumenta l'immigrazione clandestina e viceversa: in genere, a fronte di una riduzione del 10% dell'immigrazione regolare, quella illegale aumenta dal 3 al 5%", ha affermato ancora il presidente Inps.

"In presenza di decreti flussi del tutto irrealistici", ha sottolineato, la domanda di lavoro immigrato "si riversa sull'immigrazione irregolare di chi arriva in aereo o in macchina, non coi barconi ma coi visti turistici, e rimane in Italia a visto scaduto".

"NO A QUOTA 100" - Boeri si è poi detto contrario - numeri alla mano - alla proposta del nuovo governo Conte in tema di riforma delle pensioni: "Quota 100 pura costa fino a 20 miliardi all'anno, quota 100 con 64 anni minimi di età costa fino a 18 che si riducono a 16 alzando il requisito anagrafico a 65 anni, quota 100 con 64 anni minimi di età e il mantenimento della legislazione vigente per quanto riguarda i requisiti di anzianità contributiva indipendenti dall'età costa fino a 8 miliardi", ha dichiarato.

Aggiungendo: "Ripristinando le pensioni di anzianità con quota 100 (o 41 anni di contributi) si avrebbero subito circa 750mila pensionati in più".

Ha poi difeso la riforma Fornero, dicendo che "il nostro sistema pensionistico è in grado di reggere alla sfida della longevità, almeno sin quando si manterrà l'adeguamento automatico dell'età pensionabile alla speranza di vita e la revisione dei coefficienti di trasformazione. Ma non ha al suo interno meccanismi correttivi che gli permettano di compensare un calo delle coorti in ingresso nel nostro mercato del lavoro".

(Unioneonline/F)

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