Nelle ultime ore è esplosa la polemica sulla decisione compagnia aerea Air Italy, nata da Meridiana, di trasferire 50 dipendenti lontano dall'Isola.

La denuncia è arrivata dall'assessore regionale ai Trasporti Carlo Careddu, che ha dichiarato: "Air Italy non rispetta le promesse: abbiamo appreso che la compagnia trasferisce circa cinquanta impiegati appartenenti a diversi settori da Olbia a Malpensa con una comunicazione netta che non lascia spazio ad alternative".

Un atteggiamento considerato "Si tratta di una scorrettezza che la Regione non è assolutamente intenzionata a ignorare in quanto il management della società, durante l'incontro svolto ad aprile scorso a Villa Devoto, aveva negato l'intenzione di portare avanti questo intervento. L'azione del vettore si rivela ancor più incomprensibile anche perché il personale interessato dal trasferimento ricopre mansioni che possono essere gestite da remoto", ha fatto sapere ancora l'esponente della giunta Pigliaru.

L'assessore fa sapere che convocherà immediatamente i vertici della società, "ci rivolgeremo quindi alla proprietà e chiederemo un incontro urgente e chiarificatore al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Di Maio, e a quello dei Trasporti, Toninelli, alla presenza di Air Italy e dei lavoratori. Ricordo che nel 2016 è stato siglato un accordo sindacale ora totalmente disatteso", conclude Careddu.

Parole ancora più dure sono arrivate da Mauro Pili, che parla di una "deportazione di personale verso lo scalo lombardo di Malpensa" e di una "gestione spregiudicata da parte del management della società che, dopo aver cancellato il nome di Meridiana con quello di Air Italy e azzerato il ruolo strategico della Sardegna, adesso mette a segno la strategia che denunciai sei mesi fa di svuotamento degli organici sardi. Già dal prossimo 4 luglio al ministero dello sviluppo economico sarà sottoposto il piano di inesorabile dismissione della base secondaria di Olbia".

Pili attacca anche la Regione, sostenendo che non ha fatto sentire la propria voce nella questione.

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CARO TRAGHETTI, LA DENUNCIA ALL'UE - Le polemiche per il caro traghetti in Sardegna è arrivata fino a Bruxelles.

A presentare un'interrogazione sul tema è stato Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia, che ha parlato di una situazione insostenibile soprattutto per chi vive e lavora lontano dall'Isola ma, appena è possibile, vorrebbe tornare a casa.

"Le politiche tariffarie di alcune compagnie di navigazione italiane, in particolare Moby e Tirrenia, appaiono in aperto conflitto con i principi contenuti nel trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, perché impediscono a molti cittadini di origine sarda di ricongiungersi con le proprie famiglie a tariffe sostenibili in particolare durante i periodi estivi", ha fatto sapere Maullu.

"Secondo il trattato, infatti, le imprese non possono sfruttare abusivamente la loro posizione dominante nel mercato interno. È per questo che ho presentato un'interrogazione alla Commissione Europea: vorremmo infatti sapere se la Commissione intenda attivarsi per favorire il rispetto del Tfue, magari con apposite misure correttive nei confronti delle compagnie di navigazione".

L'europarlamentare attacca le due principali compagnie di navigazione, affermando: "Alcune di queste, applicando tariffe astronomiche e agendo come un vero e proprio 'cartello', impediscono di fatto a una parte dei sardi di tornare dalle loro famiglie, costringendo gli altri a pagare cifre esorbitanti per gli spostamenti da e per la Sardegna e il continente. Tutto ciò deve finire: la Commissione deve rispondere con urgenza, perché i diritti dei sardi devono essere tutelati".

AIRTALY TRASFERISCE 50 DIPENDENTI LONTANO DALL'ISOLA - (Unioneonline/F)

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