I danni causati dall'epidemia di Blue Tongue sono ormai un fatto archiviato seppur ben ancora vivido nei ricordi di chi l'ha subito. A non essere andata in archivio è invece la rabbia degli allevatori del Sulcis che fin dal termine dell'emergenza (febbraio 2018) hanno richiesto con insistenza degli aiuti per fronteggiare le grosse perdite subite.

In appena 4 mesi (da ottobre 2017 a febbraio 2018) infatti sono state ben 212 le aziende interessate dal sierotipo 4 del virus inoculato dal "Culicoides Imicola" (forse arrivato da Corsica o Spagna) per un totale di 4146 ovini deceduti e di tantissimi altri resi improduttivi dalla malattia proprio nel periodo delle filiazioni e degli allattamenti.

I danni maggiori si sono registrati nell'iglesiente con Iglesias a guidare con 950 ovini morti la triste classifica dei decessi seguita da Villamassargia (853), Musei (345) e Domusnovas (222). E il problema era solo l'ennesimo nelle campagne che già avevano fatto i conti con la grossa ondata di siccità e con il forte calo del prezzo del latte.

Ovini uccisi dalla lingua blu a Villamassargia
Ovini uccisi dalla lingua blu a Villamassargia
Ovini uccisi dalla lingua blu a Villamassargia

Ora però per i titolari di aziende agricole e zootecniche del Sulcis che erano state dichiarate sede di focolaio da Blue Tongue è tempo di buone notizie ovvero degli indennizzi: come era stato preventivato la Regione ha previsto di erogare 3 euro per ciascun capo presente nelle aziende al momoento della decretazione del focolaio e ulteriori 50 euro per ciascun capo deceduto a causa del morbo.

Le domande di indennizzo devono essere presentate nel Comune in cui è censita l'azienda tramite Pec, raccomandata o consegna a mano. Tutte le informazioni, i documenti necessari e la modulistica da utilizzare possono essere richieste ai rispettivi Comuni i cui siti istituzionali riportano comunque ogni informazione necessaria e anche i moduli da scaricare. La scadenza improrogabile per la presentazione delle richieste d'indennizzo è l'11 luglio.
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