"La politica di coesione è lo strumento per il futuro dell'Europa. E se per tutti i territori è la grande sfida di crescita, per le Isole lo è ancor di più: non possiamo permettere che vengano lasciate indietro, al contrario devono essere messe nelle condizioni di superare gli svantaggi strutturali dati dalla condizione geografica e farlo in base a regole chiare e condivise".

Sono le parole, che rispecchiano la posizione della Sardegna in merito alle politiche di coesione post-2020, pronunciate a Sofia dal presidente della Regione.

La commissione Coter, che si occupa di Coesione territoriale e bilancio europeo, ha raccolto le voci delle amministrazioni regionali e locali europee rappresentate dai componenti riuniti nella capitale della Bulgaria, che da gennaio ha assunto la Presidenza del semestre europeo.

"La voce dei territori è fondamentale perché l'Europa, attraverso questo strumento così importante, possa mettere in atto una strategia effettivamente intelligente, mirata a uno sviluppo diffuso che favorisca le aree geograficamente meno avvantaggiate, come appunto le Isole", ha proseguito il presidente Pigliaru.

"È una questione di pari opportunità e lo scenario normativo e programmatico post-2020 deve tenerne conto. I cittadini e le imprese delle Isole sono oggettivamente svantaggiati nella competizione con le altre regioni perché partono da una condizione geografica e quindi strutturale differente, che non solo ha storicamente inciso sullo sviluppo ma che tuttora non trova riconoscimenti legislativi adeguati. Questi svantaggi ci penalizzano su molti fronti, ma al primo posto ci sono trasporti ed energia. Dall'Europa certamente ci aspettiamo che gli investimenti che si andranno ad attivare attraverso la politica di coesione puntino ad accorciare queste distanze", ha concluso.

(Unioneonline/D)
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