A poco più di tre mesi da quella che per il momento è l'ultima scadenza in tema di acquisto titoli, il mercato si prepara all'annuncio della chiusura del Quantitative easing da parte della Banca centrale europea e dunque a un nuovo rialzo dei tassi.

In ballo ci sono due date: il 14 giugno, a Riga, dove è prevista la riunione del Consiglio direttivo, il principale organo decisionale della Bce che comprende il Comitato esecutivo e i governatori delle banche centrali nazionali dei 19 Stati dell'area euro. O il 26 luglio, nella sede centrale di Francoforte.

Peter Praet, uno dei componenti del Comitato, ha anticipato che la discussione avrà luogo già nella data di giugno, dove si valuterà "se i progressi compiuti finora siano sufficienti a giustificare una graduale uscita" dal programma ultra-espansivo di politica monetaria, volto a contrastare l'inflazione eccessivamente bassa, lanciato nel 2015 e che al momento - e quantomeno fino al 30 settembre - procede al ritmo di 30 miliardi di euro di acquisti ogni mese.

Per compiere questa valutazione, ha spiegato, saranno presi in considerazione "la forza sottostante dell'economia dell'eurozona" e quanto queste politiche monetarie hanno contribuito alle dinamiche dei salari e dell'inflazione.

Le sole dichiarazioni di Praet hanno già fatto muovere il cambio euro-dollaro.

Se quello del Quantitative easing è da sempre un tema particolarmente sentito dall'Italia, in ragione del suo corposo debito pubblico, in queste settimane sembra esserlo più che mai. La recente crisi politica che ha preceduto la formazione del nuovo esecutivo ha infatti visto lo spread tra Btp e Bund schizzare fino a oltre 300 punti base. E ancora oggi il dato viaggia ben sopra quota 200.

(Unioneonline/D)
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