Si prospetta un'altra giornata difficile per Mps che stamattina, dopo un breve stop, torna agli scambi segnando una perdita del 4,21% a 2,80 euro per azione.

Ieri la banca ha lasciato sul campo l'8,86%, un tonfo legato alle indiscrezioni sull'inserimento, nel contratto del governo targato Lega-M5s, del progetto di rivedere la mission dell'istituto senese. Elemento che nel contratto in effetti c'è.

Il deputato del Carroccio, Claudio Borghi, ieri aveva prima parlato di una banca da ripensare "in ottica di servizio", per poi definire "abbastanza probabile, quasi naturale" che il pensiero vada a un cambio di governance.

Parole per nulla apprezzate dall'attuale titolare dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che ha diffuso a stretto giro una nota per stigmatizzare la "crisi di fiducia" innescata a suo parere dalle parole di Borghi e dalle indicazioni contenute nella bozza di Lega e 5 stelle, oltre che per ricordare a tutti gli attori politici che la stessa fiducia "si costruisce poco per volta, progressivamente, ma basta poco per distruggerla, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare".

Intanto l'amministratore delegato della banca, Marco Morelli, ha spiegato a margine di un evento milanese di non aver avuto contatti con esponenti politici, affermando che "gli azionisti sono liberi di fare tutte le riflessioni che ritengono opportuno fare sulla governance dell'azienda".

(Unioneonline/D)

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