Tim e Wind sono stati diffidati dal Movimento Consumatori per pratiche commerciali scorrette.

L'accusa per i due operatori - si legge in un comunicato - è "aver informato la clientela sulle modifiche contrattuali del ritorno alla fatturazione mensile in modo ingannevole e illegittimo, senza esporre in maniera chiara e trasparente gli aumenti praticati che comporteranno un aggravio dei costi di oltre l'8%".

La Wind, secondo l'associazione, ha comunicato una diminuzione dello 0,3% (il precedente rincaro dell' 8,6% si riduce all'8,3%); per Tim, invece, una diminuzione dello 0,4% (il precedente rincaro dell' 8,6% si riduce all'8,2%).

"La compagnia, con l'evidente finalità di ostacolare il diritto di recesso da parte dei consumatori, ha inviato agli utenti sms in cui omette ogni informazione circa il diritto del cliente di recedere dal contratto senza costi e penali, come previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche".

"Entrambi gli operatori - dichiara Alessandro Mostaccio, segretario generale MC - hanno nascosto la vera portata dell'operazione che comporterà un incremento dei costi dei servizi telefonici, informando la clientela di una riduzione del corrispettivo rispetto a quello già annunciato. Le compagnie telefoniche sembrano però dimenticare che l'aumento dell'8,6% proposto nel ritorno alla fatturazione mensile è stato inibito dall'Antitrust in quanto oggetto di un'intesa restrittiva della concorrenza".

(Unioneonline/D)

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