Recuperare le antiche varietà del pero sardo con l'obiettivo di diversificare la produzione e creare reddito, mantenendo un equilibrio tra l'ambiente e l'attività produttiva.

Sono questi gli obiettivi che si pone la Coldiretti di Oristano con la collaborazione dei Comuni di Bonarcado, Paulilatino, Fordongianus, Neoneli, Abbasanta, Sedilo e l'associazione Slow food terre oristanesi e il Cnr Nuraxinieddu.

"Il progetto punta a valorizzare piccole e diffuse attività di coltivazione - spiega una nota - che ripartono dall'utilizzo (in modo innovativo) delle peculiarità locali, come (a titolo di solo esempio) Pira 'e Santu Juanni o camusina di Bonarcado (maturazione a giugno ); Pira 'e Santu Perdu (agosto-settembre ); Pira 'e Santa Maria (luglio); Pira Sedilesa (a giugno); Bella di Giugno; Spadone 'e Ierru (settembre-ottobre), Pira Casu (luglio-agosto), Pira ruia (tardiva); Pira 'e Santa Caderina (ottobre-novembre); Pira Muscadeddu (agosto-settembre); pira Buttiu (agosto-settembre)".

Dopo le attività degli scorsi anni, nel 2018 prosegue l'iter progettuale con una giornata di innesto che si è svolta a Bonarcado. Ospiti dell'iniziativa sono stati gli studenti della 3 B dell'istituto agrario Don Deodato Meloni di Nuraxinieddu guidati dalla docente Anna Laura Canetto.

Oggi si replica a Paulilatino, presenti un gruppo di minori non accompagnati provenienti dal Gambia.

Secondo la federazione agricola si vuole realizzare un modello di sviluppo non invasivo che rispetta le caratteristiche dell'ambiente e del suolo e si realizza nel pieno equilibrio della natura circostante. Replicabile anche su altri settori e che può stimolare nuovi processi produttivi. Il recupero delle biodiversità rappresenta infatti un metodo di sviluppo pratico e funzionale anche in virtù dei cambiamenti climatici in corso.
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