Scintille tra il vicepresidente della Regione Sardegna Raffaele Paci e il consigliere della Sezione di controllo della Corte dei Conti, Maria Paola Marcia, durante l'adunanza per la verifica del rendiconto regionale del 2016.

Nel corso del contraddittorio che si è tenuto a Cagliari tra i giudici contabili e i vertici regionali, la relatrice della Corte dei Conti ha sollevato diverse contestazioni al bilancio 2016 dell'Isola.

Critiche sulla gestione delle entrate, sulle spese per missioni, sulla scarsa programmazione nell'utilizzo dei fondi Ue e sulle scarse risorse destinate contro la dispersione scolastica.

E Paci ha risposto per le rime, anche in maniera stizzita e irrituale, a quella che definisce una relazione "particolarmente severa".

LE CRITICHE DELLA CORTE DEI CONTI - I giudici contabili hanno bacchettato la Regione per diversi motivi: la trasmissione del rendiconto "con ampio ritardo", pesanti indebitamenti, un preoccupante accumulo di residui attivi e passivi, l'eccessivo indebitamento, la difficoltà di acquisire entrate statali e comunitarie. rilievi anche sulla spesa sociale, "troppo bassa", nei settori della scuola e del lavoro, con richiamo ad investire di più nelle politiche contro l'abbandono scolastico.

LA REPLICA DI PACI, FONDI UE - "La Regione ha speso e rendicontato tutte le risorse della programmazione 2007-2013 - ha fatto notare Paci - e lo ha fatto nei tempi previsti dalla normativa europea, entro marzo 2017, senza neanche un giorno di ritardo. Per quanto riguarda il ciclo 2014-2020, si è partiti di fatto nel 2016, perché abbiamo dovuto prima definire tutte le procedure gestionali, quindi difendo l'operato della Regione".

FONDI A SCUOLA E TRASPORTI - "Dalla relazione emerge che su alcuni capitoli gli stanziamenti sarebbero ridotti rispetto al passato, ma il raffronto è fuorviante, perché vengono inseriti anche i fondi statali ed europei, che sono erogati in modo discontinuo sia per quanto riguarda la tempistica che l'imposto. Distinguendo, si può facilmente notare che non ci sono tagli della Regione, anzi, in alcuni casi forti incrementi, per esempio sui trasporti. Ma anche sulla scuola, l'abbandono che secondo l'Istat era al 25,1% nel 2011, è calato al 18,1% nel 2017", ha dichiarato il vice di Pigliaru.

DEBITI - Anche sull'indebitamento Paci ha rivendicato risultati positivi: "Il confronto tra 2015 e 2016 non può dare un'idea completa - ha spiegato - di quel che stiamo facendo per risanare i conti pubblici". Poi ha fatto il raffronto dal 2013 al 2017: i residui passivi, ovvero le somme da pagare, sono passati da 5 miliardi del 2013 ai 3,2 del 2016; i residui attivi, le somme da incassare, sono invece passate da 4 a 3,7 miliardi". Con il risultato che, "da un debito occulto di un miliardo nel 2013, la Regione nel 2016 ha registrato un attivo di 500 milioni". Anche i tempi di pagamento, ha fatto notare, "sono molto migliorati e sono inferiori alla media nazionale". Tutti numeri che "parlano chiaro, frutto di un duro e non facile impegno quotidiano".

ACCANTONAMENTI - "Sugli accantonamenti non siamo stati ascoltati, e oltre alla strada del diritto e della pressione politica non ne conosciamo altre. Se avessimo quelle risorse in più avremmo una situazione migliore dal punto di vista delle entrate", ha osservato il vice di Pigliaru. Ma in questo caso, "sul banco degli imputati dovrebbe starci il Ministero, con tutto l'apparato che spesso non rispetta i patti con la Regione, e non noi".

(Unioneonline/L)

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