Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha firmato il decreto che esenta 15 professioni gravose dall'adeguamento dell'età pensionabile all'aumento della speranza di vita, come previsto dalla legge Fornero.

Per loro non scatterà l’incremento a 67 anni nel 2019, ma resterà il limite di 66 anni e sette mesi.

Lo ha annunciato il premier Paolo Gentiloni che su Twitter ha scritto: "Il sistema pensionistico non va scardinato. Vanno protette le fasce più esposte della società".

Il decreto ministeriale "consente di allargare la platea dell'Ape sociale e dei precoci per il 2018 e permette nel 2019 e 2020 il pensionamento senza il previsto adeguamento alla speranza di vita a circa 49.800 lavoratori", ha spiegato Stefano Patriarca, uno dei tecnici di Palazzo Chigi che ha lavorato al dossier.

Questi numeri, ha aggiunto, "vanno ad aggiungersi ai 69.400 lavoratori che potranno usufruire o dell'Ape sociale (che consente l'uscita dal mercato del lavoro anche con 4 anni di anticipo) o pensionarsi con 41 anni di contributi a qualsiasi età" (i precoci).

Nel complesso, quindi, "tra il 2017 e il 2020 circa 119.200 persone potranno, se vorranno, anticipare l'uscita dal mercato del lavoro senza nessuna penalizzazione della pensione. Tutto ciò con un intervento finanziario a carico dello Stato coerente con le necessità di stabilizzazione finanziaria del bilancio pubblico", ha sottolineato ancora Patriarca.

Ecco i 15 lavori gravosi esentati dall'innalzamento dell'età pensionabile: infermieri e ostetriche, maestre/i di asilo nido e scuole dell'infanzia, macchinisti ferroviari, camionisti, conduttori di gru, autogru su autocarro, cestelli con piattaforma aerea, carrelli industriali, muratori, facchini, badanti; addetti alle pulizie, addetti alla raccolta di rifiuti, conciatori di pelli, operai e braccianti agricoli, marittimi; addetti alla pesca, siderurgici e lavoratori del vetro.

(Unioneonline/F)

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