Gli ex lavoratori tessili sono di nuovo in rivolta e minacciano azioni clamorose sotto le elezioni del 4 marzo.

Un cavillo burocratico impedisce la liquidazione della mobilità in deroga agli ex lavoratori tessili.

Nulla è stato risolto, come aveva invece garantito poco più di un mese fa il presidente della Regione Francesco Pigliaru in un incontro con i sindacati.

Un nuovo ostacolo burocratico impedisce che i fondi messi a disposizione dalla Regione, (2 milioni e 350 mila euro) per venire incontro alle esigenze dei 130 lavoratori del settore tessile (ex Legler ed ex Cartonsarda, rimasti esclusi, per un disguido burocratico, dalla mobilità in deroga) possano essere spesi.

E l'assessorato al Lavoro, di fatto, non trova una forma giuridica affinché i lavoratori vengano liquidati. Lo stesso assessorato, pressato costantemente dai sindacati, sta cercando delle soluzioni, coinvolgendo anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il quale però finora non ha dato nessuna risposta.

"In alternativa viene proposto un assegno di partecipazione e l'inserimento dei lavoratori interessati nei cantieri verdi - dicono Jose Mattana della Cgil e Katy Contini della Cisl- ma noi insistiamo affinché i soldi stanziati con la finanziaria regionale vengano consegnati all'Inps per liquidare la mobilità ai lavoratori".

Gli operai, che si sono riuniti al centro polivalente del Comune di Ottana, propongono dunque forme di lotta clamorose in occasione delle elezioni politiche del 4 marzo.

In tal senso è stato costituito un coordinamento. "Questo coordinamento degli operai- è scritto in un documento scaturito nel corso dell'assemblea - ha dato mandato ad uno studio legale perché proceda ad esaminare tutte le procedure, la loro correttezza, legalità e applicabilità della mobilità in deroga".
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