"Non ho autorizzato nessuno anche perché nessuno mi ha chiesto autorizzazione. La gestione dei casi bancari è in capo al ministro delle Finanze che ne parla con il presidente del Consiglio".

Queste le parole pronunciate dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan - oggi in audizione in commissione di inchiesta sulle banche - in risposta alla domanda del senatore Augello sul fatto che avesse o meno autorizzato altri ministri (il riferimento è a Maria Elena Boschi e Graziano Delrio) a sondare disponibilità sul caso Etruria.

"PER LE QUATTRO BANCHE NON C'ERANO ALTERNATIVE" - "Non c'erano alternative" alla risoluzione delle quattro banche (Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti), ha dichiarato il ministro nel suo intervento.

"L'Italia non avrebbe potuto procedere a un intervento sulle 4 banche poi finite in risoluzione senza richiedere l'autorizzazione Ue", ha detto.

"Uno Stato membro non può dare esecuzione a misure di aiuto prima di una decisione positiva della Commissione europea - ha sottolineato - Se si fosse proceduto senza notificare gli interventi del Fondo alla Commissione, essi sarebbero stati dichiarati incompatibili con il quadro normativo europeo sugli aiuti di Stato".

Questo rischio "avrebbe comportato in primo luogo l'impossibilità di trovare terzi acquirenti per le banche ricapitalizzate dal Fondo. Infatti, l'estrema incertezza sulla tenuta giuridica dell'operazione e sulle ricadute economiche per l'acquirente avrebbe ovviamente disincentivato qualsiasi offerta".

L'unica strada alternativa sarebbe stata "la liquidazione con conseguenze ben più gravi sui risparmiatori".

LA VIGILANZA - Parlando delle crisi degli istituti bancari ha parlato anche delle autorità di vigilanza bancaria.

"Pur riconoscendo singoli casi in cui la vigilanza poteva fare meglio" questo avveniva "in un contesto assai complesso sia di cambiamento della normativa europea che di situazione di fragilità dell'economia".

"Malgrado la difficoltà c'è stata una sostanziale capacita di gestione del sistema. Al netto delle modifiche delle regole", ha dichiarato Padoan, "non si possono escludere casi in cui responsabilità importanti a livello di singoli istituti".

IL NODO VISCO - Durante l'audizione ministro ha anche affrontato il nodo Visco.

"I criteri chiave della decisione del Governo" per la riconferma di Ignazio Visco alla guida di Bankitalia "riguardano essenzialmente la continuità istituzionale, in un contesto, sia pur in fase di miglioramento dell'economia, dove l'andamento generale dell'Italia nei mercati globali continua ad essere importante. Si è voluto dare anche un segnale di stabilità ai mercati", ha spiegato Padoan.

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata