"Purtroppo anche io ho perso dei soldi".

Questa la risposta data dall'ex presidente della Banca popolare di Vicenza, Gianni Zonin poco prima dell'ingresso in audizione alla commissione banche, a chi gli chiedeva del denaro perso da migliaia di risparmiatori in seguito al crac della banca veneta.

L'audizione dell'ex patron dell'istituto veneto è stata anticipata a oggi perché venerdì (data in cui era stata in un primo tempo fissata) è in porogramma l'udienza preliminare del processo che lo vede imputato a Vicenza.

Zonin ha dichiarato che non c'è stata nessuna pressione della Banca d'Italia per la fusione della Popolare con Veneto Banca.

"Non c'è stata nessuna pressione da nessuno e in nessun modo, era una idea del cda e del sottoscritto di avviare un processo con Veneto Banca", ha affermato.

Nell'audizione Zonin ha confermato l'incontro del 27 dicembre 2013 con il presidente di Veneto Banca Trinca in "una mia azienda agricola nel Friuli", ribadendo la validità di quella fusione che avrebbe creato "un grande gruppo veneto" ma "non c'era la volontà dall'altra parte".

"Con Veneto Banca non avvenne solo un incontro il 27 dicembre del 2013, ce ne sono stati quasi annualmente, perché nel nostro Consiglio era visto con interesse una fusione con Veneto Banca, mettendo insieme le due pecularità si guardava con interesse anche al Veneto, avere un grande istituto sarebbe stata un'ulteriore ricchezza", ha aggiunto.

(Unione Online/F)
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