In Italia si accede più tardi alla pensione e in media si percepisce l'assegno per un periodo di tempo minore rispetto agli altri cittadini europei.

Lo rivela uno studio effettuato dalla Uil, sulla base di dati Missoc ed Eurostat relativi a età di pensionamento e aspettativa di vita.

In particolare, la ricerca realizzata dal sindacato mostra che nel nostro Paese chi si ritira dal lavoro gode della pensione mediamente per 16 anni e 4 mesi (gli uomini) e per 21 anni e 7 mesi (le donne), un dato nettamente inferiore alla media Ue (per gli uomini è di 18 anni e 9 mesi e, per le donne, di 23 anni e 2 mesi).

L'Italia è praticamente agli ultimi posti tra le economie più avanzate della Ue e parecchio indietro il generale nella classifica della Ue a 28.

Un divario che aumenterà ulteriormente a partire dal prossimo anno: per effetto della Legge Fornero nel 2018 l'età pensionabile delle lavoratrici italiane salirà di un anno per essere equiparata a quella degli uomini a 66 anni e 7 mesi.

Inoltre, nel 2019, l'incremento coinvolgerà tutti i lavoratori perché l'età legale di accesso alla pensione dovrà salire a 67 anni, come effetto dell'aumento della speranza di vita.

"Opzione generalizzata che, come noto, il sindacato non condivide", conclude lo studio.

"Bisogna congelare l’adeguamento automatico e avviare un tavolo di studio che consideri le peculiarità dei singoli lavori, come previsto nel verbale siglato tra Governo e sindacati lo scorso 28 settembre 2016", ha fatto sapere il segretario confederale Domenico Proietti.

(Redazione Online/F)

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