Un raggruppamento di enti, imprese e altri soggetti impegnati nel rilancio dei porti per meglio sfruttarne le potenzialità. È il primo “cluster” marittimo, presentato a Venezia, con l'elezione del comandante Giuseppe Orrù come presidente. Sassarese, 62enne, cresciuto a Porto Torres è conosciuto come il decano dei piloti italiani. Segretario è Paolo Malaguti.

Secondo Orrù, come spiega a L'Unione Sarda, "un cluster potrebbe presto nascere anche in Sardegna".

Cos’è esattamente il cluster?

“È un insieme di soggetti e imprese che operano all’interno o a ridosso di un porto, come nel caso di autotrasportatori o del sistema di strade ferrate coinvolte nelle attività di ingresso e uscita delle merci. Il ‘Venice Maritime Cluster' è il primo in Italia”.

Quali sono le finalità?

“Con la nuova riforma, lo Stato ha raggruppato le autorità portuali di sistema, che ora sono 16 e gestiscono le strutture portuali, oltre a canalizzare gli investimenti per rendere più attrattivi i nostri porti. Le autorità si avvalgono di entità che devono essere consultate e informate e che partecipano ai vari tavoli di confronto. Questa è l’attività di un cluster, che quindi è stato previsto dalla stessa riforma e che riunisce questi soggetti”.

E fino a oggi come funzionava il sistema?

“Esisteva un insieme eterogeneo di persone (sindacati, agenti marittimi per esempio) che venivano coinvolte. Ma qui si tratta di dare corpo a una parola, cluster, ‘grappolo’ in italiano, che ha un significato importante. In sé contiene una grande opportunità per il futuro. Quello di cui sono presidente è accreditato presso la Regione Veneto, l’autorità portuale di Venezia nonché l’Unione europea”.

Si potrebbe creare anche in Sardegna?

“Certo, e da buon sardo mi rimboccherò le maniche affinché accada. Le aree deputate potrebbero essere quelle di Olbia e Cagliari, che potrebbero anche lavorare insieme, creando un’unica grande realtà regionale”.

Quali sarebbero i vantaggi?

“La Sardegna ha le sue autorità di sistema: il progetto di sviluppo deve partire sì dalla Regione ma essere poi aperto a realtà nazionali ed europee. Ci sono aziende che possono essere attratte dalle aree portuali sarde; l’unione di più soggetti che hanno come fine il benessere delle aziende non può che creare investimenti e occupazione”.

Nuove opportunità quindi?

“Chi è coinvolto nei cluster può suggerire investimenti e guardare verso spazi più ampi: nel Mediterraneo non c’è solo la Sardegna o solo l’Italia. I nostri porti hanno peculiarità eccezionali, ma spesso manca la capacità di fare squadra. La filosofia del cluster è proprio lavorare insieme per portare in alto il nome dell’Italia”.

Sabrina Schiesaro
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