Il Comune di Posada comincia a novembre, mese di castagne e caminetti accesi che poco c'entra con le vacanze in spiaggia ma, spiega il sindaco Roberto Tola, "per una questione tecnica, siccome applicheremo l'imposta a partire da aprile a ottobre 2018, siamo stati costretti a vararla quest'anno, anche se per un mese solo".

E difatti così sarà: nel paese della Baronia la tassa di soggiorno (approvata la scorsa estate con tariffe di un euro in bassa stagione e 1,50 a luglio e agosto) sarà sperimentata adesso per trenta giorni.

LA SCELTA - Afflitti dalla penuria di soldi in cassa, i sindaci dei centri costieri della Sardegna stanno cercando ossigeno nello spiraglio concesso la scorsa primavera dalla manovrina del governo che ha sbloccato il divieto di nuovi balzelli imposto dalla legge di stabilità.

Con Posada, Olbia, Siniscola e Golfo Aranci affiancano ora i tredici Comuni che applicano l'imposta da tempo (Maddalena e Porto Torres, però, hanno optato per la tassa di sbarco). Altri, invece, come Cagliari, Santa Teresa Gallura e Arzachena ci stanno pensando.

I SERVIZI - "I soldi che arriveranno alle casse del municipio verranno impiegati per finanziare le manifestazioni culturali e migliorare i servizi in spiaggia e il decoro urbano", spiega il primo cittadino di Posada.

Qui si prevede un gettito di 50, 60mila euro; mentre a Siniscola, centro vicino che ha inaugurato la tassa il primo ottobre, si aspettano 100mila euro d'incasso.

"Visto il taglio dei fondi ai Comuni - dice l'assessore al bilancio Paola Pipere - per un'amministrazione municipale è una scelta necessaria, direi obbligata".

A Olbia (dove l'imposta è stata introdotta nel 2016 ma subito sospesa) si parte il primo novembre. "L'introito previsto? Due milioni di euro - prevede l'assessore al bilancio Michele Fiori -. Soldi che reinvestiremo nei servizi per l'accoglienza: vogliamo che la nostra diventi una città turistica a tutti gli effetti".

SACRA AUTONOMIA - Emiliano Deiana, presidente regionale dell'Anci, dice di più: "I Comuni costieri, che un tempo ricevevano i trasferimenti erariali, non solo hanno subito tagli pesanti ma oggi sono loro a dare denari allo Stato. È evidente, allora, che per garantire i servizi dell'accoglienza non possono che cercare nuove entrate".

Il numero uno dell'associazione dei sindaci fa riferimento al gettito Imu sulle seconde case, con il prelievo fatto dall'Erario statale direttamente alla fonte. "Un esempio? Arzachena, che riceveva poco più di un milione di euro di trasferimenti, oggi si vede sfilare via 5 milioni. E non si dica che sono i meccanismi del fondo di solidarietà (in teoria, i soldi dei centri ricchi vanno a rimpinguare le casse dei comuni poveri, ndr.): resta tutto a Roma".

Il presidente dell'Anci rivendica l'autonomia dei Comuni. "Ognuno decide per sé, con un unico limite sui tempi di attivazione: i contratti già stipulati tra albergatori e tour operator".

TROPPA CONFUSIONE - Difatti è successo che molti albergatori, venduti i pacchetti, abbiano preferito pagare di tasca piuttosto che rischiare la ritirata dei tour operator.

"Ma il vero problema è la disomogeneità dell'applicazione: non è ammissibile che in un Comune la si paghi e in quello vicino non esista. Inoltre - dice Paolo Manca, presidente di Federalberghi -, finisce che a pagare sono sempre gli operatori regolari".

E i b&b e le seconde case in nero? "Per questo noi diciamo che l'ideale è una tassa regionale, poi ripartita nei territori, agganciata alle prenotazioni dei voli e dei biglietti navali: chi entra in Sardegna per cielo o per mare non finisce per diventare un fantasma del turismo sommerso. E anche i Comuni avranno tutto l'interesse a scovare le case abusive".

LA BOZZA PRONTA - Marzia Cilloccu, assessore al turismo del Comune di Cagliari, dice che "l'imposta di soggiorno è una leva per far emergere il nero perché le amministrazioni sono incentivate a intensificare i controlli".

L'amministrazione municipale del capoluogo ha la bozza pronta "che presto condivideremo con le associazioni di categoria. Per la prossima stagione saremo pronti".

L'incasso stimato è di un milione di euro. "Potremmo applicare il tributo tutto l'anno. Mi chiedo come mai questa imposta, che non grava sui residenti e va destinata alla promozione turistica, non sia stata introdotta prima".

Piera Serusi

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