Un risarcimento di 400 milioni di euro per danni causati dalla loro gestione.

A presentare la richiesta, al tribunale civile di Roma, il liquidatore della Banca Etruria, Giuseppe Santoni, in un'azione di responsabilità intrapresa nei confronti degli ex amministratori della banca aretina.

I responsabili in solido del crac dell'istituto sono due ex presidenti, Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi, quattro ex vicepresidenti, Giovanni Inghirami, Giorgio Guerrini, Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, un ex direttore generale, Luca Bronchi, e altri 31 fra ex membri degli ultimi tre Cda, che si sono succeduti dal 2010 al 2015, e revisori dei conti.

La media è di 10,8 milioni a testa.

I motivi alla base dell'azione di responsabilità, scrive Santoni, sono "l'erogazione e la successiva gestione di mutui e finanziamenti anche in conflitto di interessi; il depauperamento del patrimonio sociale mediante numerose altre iniziative contrarie alla prudente gestione; le iniziative di indebito e illecito ostacolo alla vigilanza di Banca d'Italia".

Sul fronte penale, sono diversi i filoni di inchiesta. Tra questi, il più importante è quello relativo alla bancarotta per il dissesto dell'istituto che vede indagati 22 ex dirigenti.

Tra questi non figura Pier Luigi Boschi, coinvolto invece in un'altra inchiesta per bancarotta legata alla liquidazione concessa all'ex direttore generale Luca Bronchi.

(Redazione Online/D)

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