Salta il tavolo sull'Ilva, previsto per oggi al Ministero dello Sviluppo Economico.

A deciderlo è stato il ministro Carlo Calenda, secondo cui non ci sono "le condizioni per proseguire" con la trattativa.

L'azienda che ha preso il controllo dell'Ilva, la Am Investco, non ha rispettato gli impegni che aveva assunto per i lavoratori, a livello di remunerazione e scatti d'anzianità. "Senza un impegno a garantirli non ci sono le premesse per aprire un tavolo di confronto", ha detto Calenda.

"A mancare - ha continuato - non sono i numeri degli esuberi, su cui si può discutere e che fanno parte della trattativa, ma un pezzo dell'impegno che l'acquirente ha preso nei confronti del governo, su cui non si prevedeva di ripartire da zero ma anzi di mantenere quelli attuali".

"Abbiamo chiesto alla società, giusto in apertura del tavolo, di confermare il piano occupazionale e di riconoscere un costo medio che si aggira sui 50mila euro. Questa conferma non è venuta, per cui richiameremo gli azionisti alle loro responsabilità".

GLI ESUBERI - Rispetto al nodo degli esuberi Calenda precisa che questi "sono noti da giugno. Abbiamo l'obiettivo di ridurli ma per farlo bisogna sedersi attorno a un tavolo".

E conclude: "Una vicenda complessa, in un quadro di regole europee molto stringenti, deve essere gestita in maniera responsabile da tutti e questa responsabilità nella dichiarazione di partenza dell'azienda subentrante non c'è stata".

L'azienda, stando a quanto si apprende, "è rimasta sconcertata" dalla decisione del governo, sottolineando che la notizia è stata "del tutto inattesa".

LA PROTESTA - I lavoratori degli stabilimenti, sia a Taranto che a Genova, scioperano da venerdì dopo l'annuncio delle condizioni che il rilancio dell'acciaiera avrebbe comportato: 4mila esuberi (su un totale di 14mila dipendenti) e azzeramento delle attuali condizioni contrattuali.

(Redazione Online/D)

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