Il divario delle competenze tra Nord e Sud è troppo alto.

Lo scrive l'Ocse nel rapporto "Skills Strategy Diagnostic Report - Italy 2017", fotografando la situazione economica del nostro Paese, a partire dal settore educazione.

"La variazione nella performance degli studenti all'interno del Paese è significativa- scrive l'Ocse nel dossier, presentato oggi al Ministero dell'Economia - con le regioni del Sud che restano molto indietro rispetto alle altre".

"Per esempio, mentre gli studenti della Provincia Autonoma di Bolzano ottengono risultati estremamente soddisfacenti, in linea con quelli dei Paesi che occupano le posizioni di testa nelle classifiche internazionali, quali ad esempio quelli degli studenti coreani, gli studenti della Campania si collocano più in basso, allo stesso livello di quelli cileni o bulgari. Un divario tra aree geografiche ampio richiede interventi sulle politiche per le competenze che siano coordinati, ma al contempo differenziati sul territorio".

SALARI E LAUREATI - "Il livello dei salari in Italia - aggiunge - è spesso correlato all'età e all'esperienza del lavoratore piuttosto che alla performance individuale, caratteristica che disincentiva nei dipendenti un uso intensivo delle competenze sul posto di lavoro".

Negativo anche il giudizio sui laureati: "Solo il 20 per cento degli italiani tra i 25 e i 34 anni è laureato - sottolinea il rapporto - a fronte della media Ocse del 30 per cento".

E, cosa ancor più grave, "i lavoratori italiani hanno un basso livello medio di competenze e minori probabilità di mettere a frutto le loro abilità".

IL JOBS ACT - L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico si è poi soffermata sulle riforme per il lavoro, sottolineando che, grazie al Jobs Act, in Italia sono stati creati 850mila posti di lavoro.

"Negli ultimi anni, il governo italiano ha messo in atto un insieme di riforme strutturali, compreso il Jobs Act del 2015, che mirano ad affrontare le sfide sull'occupazione e migliorare le performance del mercato del lavoro".

"Nel 2015, la legge di bilancio ha anche introdotto un taglio temporaneo dei contributi per le imprese che assumono lavoratori a tempo indeterminato. Tutte assieme, queste riforme hanno contribuito alla creazione di posti di lavoro, a rendere meno gravosa la disoccupazione, e ridurre la dualità del mercato del lavoro. Infatti, circa 850mila posti di lavoro sono stati creati da quando queste riforme sono state adottate, mentre il numero di nuovi contratti a tempo indeterminato è aumentato e molti contratti di apprendistato e temporanei sono stati trasformati in contratti permanenti".

(Redazione Online/D)
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