Spunta la Glencore, e questa volta è ufficiale, nella trattativa per l'ex Alcoa, a Portovesme. La multinazionale svizzera, che a Portovesme è di casa da diciotto anni con la produzione di piombo e zinco, ha avanzato la propria manifestazione formale di interesse il 31 agosto.

DUE TRATTATIVE - Una decina di giorni fa l'incontro tra i vertici della multinazionale e Invitalia, che gestisce la partita per conto del Governo. Finora la trattativa è andata avanti solo con la Sider Alloys, la società svizzera che ha già fatto la due diligence negli impianti e che la scorsa settimana ha spedito a Portovesme i suoi supertecnici americani per l'ultimo sopralluogo decisivo in vista del piano industriale. La Sider Alloys ha una corsia preferenziale, trattative in esclusiva con Invitalia fino al 31 ottobre. Se per quella data si troverà un'intesa l'interesse di Glencore sarebbe vano. Sider Alloys è in vantaggio dunque, ma una rimonta della Glencore non si può escludere. Ad osservare con attenzione lo scenario in evoluzione ci sono tanti operai, disoccupati ormai da anni.

I SINDACATI - "Avere due pretendenti è un riconoscimento che la fabbrica è appetibile - osserva Roberto Puddu, segretario Cgil del Sulcis - vuol dire che si sono concretizzate le condizioni per poter chiudere la partita". Tutti sottolineano di non avere preferenze. "I lavoratori non fanno il tifo - dice Rino Barca, segretario Fsm Cisl - hanno l'unico obiettivo di vedere riaperta la fabbrica. Da anni sono in questa situazione, gli ammortizzatori stanno scadendo: al più presto deve arrivare la soluzione". Fabio Enne, segretario Cisl, chiede chiarezza : "Non ho notizie ufficiali - dice - e il 31 ottobre dovesse chiudersi la partita con Sider Alloys, dobbiamo subito valutare il loro piano industriale, perché le notizie che sono filtrate finora non sono soddisfacenti". I lavoratori sono in attesa di un vertice a Roma con il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda.

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