Il mondo dell'edilizia sarda si ritrova ancora nel vortice di una crisi pesante. Tante imprese stanno riuscendo a non soccombere definitivamente e a chiudere i battenti grazie ai lavori per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico, incentivati dagli sgravi fiscali.

Per gli interventi nelle abitazioni effettuati nel 2015, i sardi hanno richiesto al fisco delle detrazioni per una somma complessiva che ammonta a 78 milioni di euro.

Il quadro è emerso da un recente dossier sugli sgravi in edilizia, realizzato dall'Osservatorio per le micro e piccole imprese di Confartigianato Imprese Sardegna, dove sono stati analizzati i dati del 2015 del Mef-Dipartimento delle Finanze.

BOCCATA D'OSSIGENO - Per costruttori, impiantisti, produttori e installatori di infissi, ingegneri, geometri e all'indotto, questi incentivi stanno rappresentando una boccata d'ossigeno.

La situazione positiva, però dal prossimo anno potrebbe cambiare. Secondo quanto previsto finora, infatti, le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia sono pari al 50% (per una spesa massima di 96mila euro ad unità immobiliare).

Dalla Confartigianato chiariscono che "a meno di nuovi interventi legislativi dal primo gennaio 2018, la detrazione tornerà ai suoi livelli ordinari".

La grande incognita, dunque, tra qualche mese potrebbe essere legata a una riduzione delle detrazioni prevista dal prossimo primo gennaio.

DAL 50 AL 36% - "La preoccupazione", spiega Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, "è che per gli interventi di ristrutturazione dal primo gennaio la detrazione scenderà al 36% dall'attuale 50%. Ciò potrebbe avere un effetto negativo su chi volesse ammodernare la propria abitazione".

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