La torta delle aste giudiziarie fa gola, in Gallura si possono fare affari d'oro. Anche nelle località dove gli immobili sono ancora un investimento, Porto Cervo, Porto Rotondo, Olbia, Arzachena e, più in generale, in tutti i centri costieri. L'onda lunga della crisi economica, iniziata nel 2008, ha drammaticamente tagliato il valore di ville, capannoni industriali, appartamenti e locali commerciali messi all'asta. E per i proprietari, gli imprenditori pignorati, ci sono attenzioni molto particolari. Dalle indagini condotte negli ultimi mesi sulle vendite giudiziarie di Tempio emerge il ritorno in grande stile della speculazione. Professionisti in possesso delle informazioni giuste e di liquidità acquistano gli immobili con l'unico obiettivo di rivenderli, ovviamente al doppio o al triplo del prezzo pagato in Tribunale, alle stesse persone oggetto dei pignoramenti.

ACQUISTI ANOMALI - Le conversazioni intercettate dagli investigatori sono impietose. Le persone in difficoltà, che stanno per perdere l'abitazione o l'azienda, vengono contattate senza tanti complimenti dai nuovi proprietari del bene, che propongono l'unica via d'uscita possibile. Nelle conversazioni non vi è un minimo di umanità, se l'esecutato protesta per le pretese troppo alte di chi sta rivendendo, gli viene fatto osservare che l'attività non rientra nella beneficenza. Gli investigatori hanno rilevato che l'acquisto dei loro beni è anomalo, fuori contesto. Non si tratta di operazioni finalizzate all'utilizzo degli immobili. L'unico obiettivo è la trattativa, altamente redditizia, per la "restituzione" del bene.

ASTE SOSPESE - Nel 2016, il Tribunale di Tempio ha venduto beni per 37 milioni di euro e sono state molte le aste sospese perché il valore degli immobili era sceso troppo. Ma questi provvedimenti non bastano.
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