Comuni in fuga dal Cisa che non è più un Consorzio di funzioni e non può esercitare per delega le attività in materia di Suape (Sportello unico attività produttive ed edilizia).

Serramanna ha deliberato qualche giorno fa la "revoca della funzione Suape al Consorzio Cisa", per trasferirla in capo al comune stesso.

Così hanno fatto anche Serrenti e Samassi che, dice il sindaco Enrico Pusceddu, "ha tre anni di tempo, come tutti, per organizzare lo sportello Suape associato in ambito dell’Unione dei Comuni Terre del Campidano".

"Niente di anormale: la legge regionale di riordino degli Enti locali ha fatto dei Consorzi enti che possono svolgere servizi, compreso quello del Suape, ma non avere funzioni", spiega il primo cittadino di Serrenti Mauro Tiddia.

Il futuro dei Suape, gli sportelli telematici che da marzo scorso hanno accorpato i vecchi Suap dedicati alle attività produttive e i Sue destinati alle pratiche di edilizia privata, è quindi nelle Unioni dei Comuni.

Per Serramanna che, si legge nell’atto della Giunta guidata dal sindaco Sergio Murgia, "non dispone di risorse umane formate per l’utilizzo della piattaforma", il compito non è dei più agevoli.

Quasi obbligata, quindi, la scelta di "avvalersi delle competenze e delle professionalità negli anni del Consorzio Cisa, per la gestione ed istruttoria delle pratiche Suape".

In questa direzione si muovono anche Samassi e Serrenti. Insomma: si esce dal Cisa dalla porta e si rientra dalla finestra.
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