Sulla tratta Cagliari-Milano l'iniezione prevista dalla Regione è massiccia: ora il decreto ministeriale impone un minimo di 523mila posti, a novembre sarebbero dovuti diventare quasi un milione all'anno. L'87 per cento in più. E i contributi? Invece che aumentare, sarebbero addirittura diminuiti: il bando andato deserto a metà luglio proponeva 11,7 milioni di euro, contro i 15,5 attuali. Ecco spiegato perché Alitalia ha giudicato "non compatibile con la sostenibilità economica" la continuità territoriale nello scalo cagliaritano, mentre Meridiana si è limitata a dire che "di fronte all'evidenza dei numeri non è stato possibile partecipare".

LE CONSEGUENZE - Ora il capoluogo dell'Isola rischia di vedere interrotto il ponte aereo con Roma e Milano a partire da novembre, quando scadranno gli accordi attualmente in vigore con Alitalia. Lo scenario che fa più paura si chiama libero mercato ed è stato dipinto dall'Enac: nessun tetto alle tariffe, orari e frequenze lasciati alla discrezione delle compagnie e in generale minori garanzie per i viaggiatori. Nella migliore delle ipotesi verrà prorogato per qualche mese il modello attuale, in attesa che la Regione trovi una soluzione con un secondo bando. Ad Alghero e Olbia invece verrà battezzata la nuova continuità, con più posti a disposizione e altre novità: nell'Isola ci sarà un inedito modello di trasporto aereo a due velocità. Doppi prezzi (più bassi negli scali del nord, più alti a Cagliari) e offerte differenti.

"BANDO POCO APPETIBILE" - "La richiesta di posti è stata quasi duplicata, ma la contropartita economica è diminuita e le tariffe sono diminuite. L'eventuale guadagno sarebbe bassissimo. Ecco perché le compagnie hanno snobbato il bando della Regione", dice Nicola Contini, segretario dell'Ugl Trasporti. "Se tornasse il libero mercato sarebbe un vero dramma. Anche perché, una volta cancellata la continuità territoriale, sarebbe difficile ripristinarla: è una questione che abbiamo posto a suo tempo all'assessore Deiana, ma non siamo stati ascoltati. Speriamo di avere più fortuna", sospira Contini, "con il nuovo assessore".

LA REGIONE - La delega ai Trasporti ora è nelle mani di Carlo Careddu, che ha dato garanzie sull'impegno per un nuovo bando di gara e per assicurare i collegamenti nel periodo transitorio. L'assessore - questo filtra dagli uffici della Regione - si starebbe muovendo in pieno accordo con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. L'esponente del governo nazionale è orientato verso una proroga del servizio, per non lasciare Cagliari senza continuità, anche nell'ipotesi in cui questo significhi forzare la mano, aprendo la strada ad indagini formali da parte di Bruxelles. Un'ipotesi prospettata anche dall'Enac.

ZEDDA - La situazione è molto delicata e lo si capisce anche dal nuovo appello del sindaco di Cagliari Massimo Zedda: "Chiediamo al presidente Pigliaru di attivarsi immediatamente con il presidente del Consiglio Gentiloni perché la Regione sia affiancata dallo Stato nel confronto con l'Unione europea per una soluzione della vicenda: il diritto allo spostamento dei sardi non può essere legato alla riuscita o meno di una gara". L'assessore Careddu replica subito: "Con il presidente Pigliaru siamo attivi fin da subito. In questo momento è fondamentale remare tutti verso un'unica direzione, senza generare inutili allarmismi ed evitando di trasformare un diritto fondamentale, quello alla mobilità dei sardi, in un terreno di scontro politico". William Zonca, segretario regionale della Uil trasporti, se la prende invece con le parole pronunciate martedì dal presidente Enac Vito Riggio: dichiarazioni "inaccettabili", perché è impensabile "affidare le rotte verso Roma e Milano alle compagnie low cost".

LE REAZIONI - Il senatore del Pd Silvio Lai però nega ci sia una rottura tra la Regione e l'Ente nazionale per l'aviazione civile: "Non c'è stato alcun conflitto, né accuse. Al contrario è stata ribadita la volontà a proseguire nel lavoro comune sui bandi della continuità aerea della Sardegna". Ma per l'eurodeputato del Ppe Salvatore Cicu l'annuncio dell'Enac "è un colpo durissimo" e rischia di trasformarsi in "una minaccia concreta alla mobilità delle persone, alle economie della nostra Regione e, ancor più, al comparto del turismo. Il danno di uno stop alla continuità sarebbe incalcolabile".

Michele Ruffi

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