L'evasione fiscale nell'Isola è tra le più alte d'Italia. Tra il 2011 e il 2014 il tasso si è attestato al 18,6% sul valore aggiunto prodotto nella regione, in aumento dell'1,4%, rispetto al 2011. Peggio della Sardegna hanno fatto la Calabria, al primo posto in Italia con il 21,2%, la Campania (20,6), la Sicilia (19,5) e la Puglia (19,3).

A certificarlo è l'ufficio studi della Confcommercio che rimarca la differenza tra nord e sud. La Regione più virtuosa è il Trentino Alto Adige con l'11,3%, oltre sette punti sopra l'isola dei quattro mori.

«L'evasione non è un problema genetico», spiega Mariano Bella, direttore dell'Ufficio studi della Confcommercio, che ha curato l'indagine ma un ruolo decisivo, sostiene, lo giocano i cosiddetti «incentivi a evadere», innescati dal peso fiscale notevole che in Italia è oltre il 43%, tra le più alte in Europa e nel mondo».

Al fisco generale, rimarca l'associazione, si aggiunge la fiscalità locale che, a giudizio di Confcommercio, spinge in alto l'evasione. In base ai calcoli della Confcommercio sulla «economia non osservata», se l'indice di deterrenza migliorasse del 10%, il tasso di economia sommersa si ridurrebbe del 3%. Se i servizi pubblici migliorassero la loro percezione del 10%, il sommerso si ridurrebbe del 3%. Stesso discorso per la pressione fiscale-legale: se si riducesse del 10%, l'evasione calerebbe in media del 6%. Se la burocrazia fiscale si riducesse del 10%, il tasso di evasione scenderebbe dell'1%.
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