Il Consorzio Cisa ha un nuovo Consiglio di amministrazione. Il rinnovo delle cariche (il presidente più quattro componenti) è stato definito dall’Assemblea consortile convocata dal presidente, il sindaco di Serramanna Sergio Murgia, col carattere di urgenza e che ha causato malumori.

Quelli dei sindaci, tre su sette (Sanluri, Serrenti e Nuraminis), che hanno "chiesto il rinvio dell’Assemblea causa impegni inderogabili".

Marcello Ortu, attuale consigliere comunale di Serrenti, non è più quindi il presidente del Cda del Cisa Consorzio, l’ente che cura il servizio di Igiene urbana per sette comuni e ha competenza sulla controllata Cisa Service che gestisce il mega impianto di compostaggio e il depuratore consortile dei reflui.

A ricoprire la carica che è stata di Ortu l’Assemblea convocata da Sergio Murgia ha nominato Silvio Serci, ingegnere serramannese. Con lui, nel Cda, anche Marco Muscas (ex sindaco di Samassi), Enrico Perria (nuovo rappresentante di Villasor) e i confermati Elio Onnis per Samatzai e Marco Cocco per Serramanna che si trova, parole del sindaco di Sanluri Alberto Urpi, "ad avere due componenti nel Cda, mentre il Comune di Sanluri, secondo per numero di quote alla sola Serramanna, nemmeno uno".

La polemica del primo cittadino di Sanluri è palese. "Io non sono potuto essere presente perché quel giorno ero al lavoro - dichiara Alberto Urpi - come mai si è ricorsi ad una convocazione d’urgenza su una questione, come quella del rinnovo del Cda, di ordinaria amministrazione? La vedo come una forzatura".

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente destituito Marcello Ortu. "Mi sembra strano che ci fosse l’urgenza di convocare l’Assemblea, con 24 ore di avviso, solo per sostituire il presidente e il componente del Cda del Comune di Sanluri", dice Ortu.

Il rinnovo del Cda del Cisa Consorzio è stato quindi votato con l’assenza di tre sindaci su sette. "Con una convocazione fatta oggi per domani poteva solo succedere questo: Sanluri, Serrenti e Nuraminis, che aveva Consiglio comunale, hanno chiesto rinvio, invano", commenta Mauro Tiddia.
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