Il consiglio dei ministri ha varato il decreto per il salvataggio delle banche venete.

Il testo passa ora al Parlamento e dovrebbe essere approvato entro il fine settimana.

Almeno, questa è la scadenza che il governo promette di rispettare, anche se il percorso è costellato di ostacoli, tra direttive e norme europee che per l'esecutivo e i tecnici del Tesoro è necessario superare per non incorrere in una violazione della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato.

E il governo, infatti, ha messo a punto un decreto in cui sarà stabilita la liquidazione coatta amministrativa di Bpvi e Veneto banca, secondo la normativa nazionale, ma attraverso il ricorso a risorse pubbliche, che serviranno a finanziare una "bad bank", dove confluiranno crediti deteriorati, e consentiranno a Intesa SanPaolo di comprare la parte "buona" degli istituti.

Un'operazione senza precedenti, che si distingue dal salvataggio delle quattro banche ponte Etruria, Marche, Carife e CariChieti - pagato dal fondo di risoluzione - e da quella del Santander su Banco Popular - pagato da un istituto privato - in quanto carica lo Stato di tutti i maggiori rischi.

L'ESBORSO - "L'esborso per lo Stato ammonta a circa 5,5 miliardi di euro" e "complessivamente sono mobilizzate risorse a favore dell'operazione fino ad un massimo di 17 miliardi di euro", ha spiegato il ministro del'Economia, Pier Carlo Padoan.

"Da questa operazione - ha aggiunto il ministro - non c'è impatto sulla finanza pubblica, in quanto "si utilizzano risorse già disponibili".

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