Archiviati i voucher arrivano le carte prepagate per famiglie e i nuovi contratti a chiamata per le imprese. Tutti tracciabili online e a prova di abuso.

Nella manovrina di primavera dovrebbe trovare spazio la riforma sulle prestazioni di lavoro temporaneo. Una rivoluzione accolta dalla Cgil - che pochi mesi fa si fece promotore di un referendum per la cancellazione dei voucher - con freddezza. Soprattutto per l’esclusione dal tavolo di concertazione delle nuove norme.

LE NOVITA' - In attesa di un testo definitivo, le ipotesi per la sostituzione degli ormai aboliti buoni per la retribuzione di lavori occasionali e accessori parlano dell’introduzione di un libretto digitale riservato a nuclei familiari e di una nuova versione semplificata per il lavoro a chiamata utilizzabile dalle imprese.

Nel primo caso si tratterebbe di una sorta di carta prepagata con cui si potranno retribuire collaboratrici domestiche, badanti o baby sitter ingaggiate saltuariamente per pochi giorni la settimana. Per gli imprenditori l’esecutivo potrebbe invece decidere di rispolverare, con qualche aggiustamento, il già vigente lavoro a chiamata.

In entrambe le versioni sarà l’Inps a gestire dal proprio portale la registrazione dei contratti. Sì, perché ciascun buono lavoro, a differenza dei vecchi voucher, sarà intestato al lavoratore che ne usufruirà, assumendo in questo modo i contorni di un vero contratto temporaneo.

IL SINDACATO - "Siamo ancora nel campo delle ipotesi e le norme definitive sono tutte da valutare, ma la tracciabilità digitale dei buoni lavoro andrebbe nella giusta direzione - commenta il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus - ciò non toglie che il Governo stia inspiegabilmente rimettendo nelle mani delle imprese uno strumento che alimenta il fenomeno del precariato, nascondendolo dietro la facciata della flessibilità occupazionale".

I LIMITI - In effetti, le novità per le imprese non sono marginali. Le nuove norme dovrebbero infatti cancellare il limite di 10 dipendenti per le aziende intenzionate a ingaggiare provvisoriamente forza lavoro. Sarà anche in questo caso necessario registrare ogni contratto sul sito web dell’Inps e completarlo con il nome del dipendente assunto. Fissato anche un limite massimo di 400 giorni di chiamate da spalmare in un arco di tre anni. Oltrepassato il quale scatterebbe l’obbligo d’assunzione con tutele crescenti.

"È inaccettabile che il Governo pianifichi le strategie occupazionali senza coinvolgere chi i lavoratori li rappresenta - protesta Carrus - non possiamo permettere che il futuro di migliaia di precari sia stabilito dall’alto. Per questo come sindacato abbiamo portato all’attenzione del Parlamento una proposta si riforma del lavoro organica e coerente con i bisogni del Paese".

IL COMPENSO - Ma da Roma assicurano maggiori tutele per i lavoratori. Lo dimostrerebbe l’ipotesi di innalzare il compenso orario dai 10 euro lordi dei voucher ai 20-25 dei nuovi buoni. Più soldi, ma anche più contributi da aggiungere al monte pensione. "Una decisione che non deve arrivare per decreto - ribadisce la Cgil - ma deve essere frutto di contrattazioni con le parti sindacali, che stabiliscano i limiti di utilizzo dei buoni per poi calcolarne un giusto valore".

Luca Mascia
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