Seduta contrastata per i principali listini europei, nel giorno dello storico avvio dell'iter per l'uscita del Regno Unito dalla Ue.

Pur con guadagni inferiori al mezzo punto percentuale, hanno chiuso sopra la parità Londra (+0,41%), Francoforte (+0,44%) e Parigi (+0,45%). Mentre Milano e Madrid hanno lasciato sul terreno rispettivamente lo 0,26% e lo 0,21%.

A Piazza Affari - che è dunque risultata la peggiore del Vecchio continente - si sono viste prese di beneficio su alcuni titoli del comparto bancario, a partire da Bper (-1,86%).

Le vendite hanno però colpito anche Intesa Sanpaolo (-0,79%) e Unicredit (-1,24%), che in base ad alcuni rumor starebbe pensando di dismettere i rami in Repubblica Ceca e Slovacchia, ma che è stata anche "promossa" da parte di Citigroup (secondo cui, quando la ristrutturazione sarà completa, la banca potrebbe diventare una delle più efficienti in Europa).

Oltre agli istituti di credito, sono finiti in rosso pure Atlantia (-1,84%), Italgas (-1,84%), e Telecom Italia, in perdita dell’1,17% mentre si attendono chiarimenti sul ruolo di Vivendi (visto che il Cda ha ribadito che il gruppo francese non controlla quello italiano, nonostante il 23,9% del capitale che ne fa il primo azionista). Il nodo sarà sciolto dalla Consob.

Nel lusso, vanno giù Yoox-Net-A-Porter (-1,38%), Moncler (-1,32%) e Luxottica (-0,68%).

Sul fronte degli acquisti, spiccano invece i risultati di Leonardo-Finmeccanica (+1,84%), dopo la firma del contratto per la fornitura di elicotteri in Pakistan.

Bene anche le assicurazioni Generali (+0,82%), Buzzi Unicem (+0,81%), Ferrari (+0,51%) e Brembo (+0,51%). Mentre nel settore energetico avanzano Eni (+0,47%) e Saipem (+0,73%), ma cala Tenaris (-0,64%) dopo l'exploit di ieri.

Sull'obbligazionario, invece, termina a 179 punti base lo spread tra Btp e Bund tedesco, con il tasso del decennale italiano al 2,14% sul mercato secondario. Il differenziale spagnolo chiude invece a 118 punti.
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