Il Consiglio di Stato ha dato via libera alla realizzazione del Tap, il gasdotto dell'Adriatico (Trans Adriatic Pipeline) che servirà a importare in Italia e in Europa il metano dell'Azerbaijan.

I giudici amministrativi - con la sentenza 1392/2016 pubblicata oggi (l'udienza di discussione si era tenuta il 9 marzo) - hanno quindi respinto gli appelli della Regione Puglia e del Comune di Melendugno (Lecce), avanzati contro la precedente decisione del Tar, favorevole al progetto.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che "la valutazione di impatto ambientale resa dalla commissione Via avesse approfonditamente vagliato tutte le problematiche naturalistiche". E che anche la scelta "dell'approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri (all'interno del Comune di Melendugno) fosse stata preceduta da una completa analisi delle possibili alternative (ben undici)".

È stato inoltre escluso che l'opera dovesse essere soggetta alla cosiddetta "direttiva Seveso", relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti.

Mentre è stato confermato l'avvenuto rispetto del principio di leale collaborazione fra poteri dello Stato, "nella procedura di superamento del dissenso espresso dalla Regione alla realizzazione dell'opera".

Il gasdotto internazionale - dopo aver attraversato Georgia, Turchia, Grecia e mar Adriatico - emergerà quindi in Salento, dove si prevede che la tubatura venga posizionata in una trincea profonda circa un metro e lunga alcuni chilometri, fino a un impianto di ricezione vicino a Melendugno. I circa 200 ulivi che si trovano sul percorso saranno sradicati e riposizionati nello stesso luogo.

L'impianto di ricezione sarà poi allacciato da Snam a una conduttura che lo collegherà alla rete nazionale di metanodotti (32mila chilometri) che innerva l'Italia.
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