Anche l'ultimo tentativo del governo non è servito a sbloccare la vertenza dei tassisti, che oggi hanno scioperato.

I conducenti delle auto bianche hanno infatti giudicato insoddisfacente il decreto sulla riorganizzazione del settore, presentato ieri dall'esecutivo. "Prendiamo atto della buona volontà", ma "non ci sono le garanzie per dare tranquillità alla categoria", è stato il commento dei sindacati all'uscita dall'incontro con il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nennicini.

Ma cosa prevede lo schema di decreto legislativo? Il testo è stato concertato dai ministeri (Sviluppo economico e Trasporti) per introdurre misure "tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio con conducente o, comunque, non rispondenti ai principi ordinamentali che regolano la materia".

Anche se per la riforma del settore taxi, si dovrà prima attendere l'approvazione della legge sulla "concorrenza", in cui è inserita la delega al governo.

LE PRINCIPALI NOVITÀ - Secondo il ministero, il decreto - atteso dal 2010 - affronta le competenze regionali e comunali in materia, le diverse disposizioni per i due servizi (taxi e noleggio con conducente, Ncc), e le prime regolazioni per l'uso degli strumenti tecnologici.

Tra i punti principali, il provvedimento indica una parziale liberalizzazione per l'attività di noleggio con conducente (che include anche Uber); il riconoscimento ufficiale delle app (proponendosi di regolare le "piattaforme tecnologiche che pagano le tasse in Italia"); e un possibile aumento delle licenze (da pattuire su base locale). Prevista anche l'istituzione di un archivio informatico nazionale dei soggetti titolari di autorizzazioni Ncc o licenze taxi: archivio che "è popolato da remoto dagli enti locali competenti al rilascio".

LE CRITICHE DEI SINDACATI – Le organizzazioni sindacali si sono però riservate di presentare osservazioni entro dieci giorni. Alcuni aspetti del testo rimangono infatti "sgraditi": come ad esempio il fatto che – a certe condizioni – gli Ncc possano rientrare nella propria rimessa tra una corsa e l'altra, o l'eventuale revisione del numero di licenze e autorizzazioni.

RIMESSE, APP E LICENZE - Il decreto afferma che "nei Comuni in cui è istituito il servizio taxi" agli Ncc non è consentita ("in assenza di una prenotazione di trasporto”) la sosta su strada. Ma il divieto può essere superato se al momento dell'uscita un autista ha già registrato sul foglio di servizio più prenotazioni, e se dopo riceve una nuova richiesta nel Comune in cui trova la rimessa. I tassisti contestano questa impostazione, sostenendo che i fogli di servizio potrebbero anche riportare indicazioni fittizie.

C'è poi il rischio che il concetto stesso di rimessa possa essere superato, visto che la norma riconosce ufficialmente le app (sia per taxi che per Ncc), creandone un registro: l'enunciato potrebbe però essere inteso nel senso che la sede dell'impresa non è costituita dalla rimessa, ma coincide con lo smartphone dell'imprenditore.

Infine, l'aumento delle licenze. Sotto questo profilo, si affida alle Regioni la "pianificazione dei servizi pubblici non di linea, tenendo conto delle reali esigenze del fabbisogno locale". Il tutto per risolvere i problemi dei picchi di richiesta che si verificano in alcune grandi città. Ma anche questa proposta potrebbe essere "facilmente" stoppata dall'ostruzione delle auto bianche a livello locale.
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