Ilva e sindacati metalmeccanici hanno trovato l'accordo sulla cassa integrazione per i dipendenti del colosso siderurgico.

L'intesa è giunta grazie alla mediazione del vice ministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, e prevede la concessione degli ammortizzatori sociali a 3.300 lavoratori (anziché ai 4.984 chiesti dall'azienda), di cui 3.240 a Taranto e 60 a Marghera.

Ma si tratta di numeri limite. Perché la cassa integrazione – che giunge alla scadenza dei contratti di solidarietà attuati negli ultimi tre anni – coinvolgerà in media 2.465 unità a Taranto e 35 a Marghera.

Nello stabilimento pugliese 800 dipendenti su 3.300 (cioè quelli assegnati agli impianti che saranno fermi) verranno destinati alla cassa a zero ore e coinvolti in attività di formazione e riqualificazione professionale.

Le parti hanno inoltre concordato incontri bimestrali per verificare la corretta applicazione dell’intesa, legata all'amministrazione straordinaria: ovvero alla permanenza degli attuali commissari Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba.

Per quanto riguarda la cessione dell'Ilva, resta confermata il 3 marzo la presentazione delle offerte vincolanti da parte delle due cordate in gara: Arcelor Mittal (con Marcegaglia) e Jindal (con Arvedi, Cassa Depositi e Prestiti, e Delfin).
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