Negli ultimi 25 anni lo Stato italiano ha incassato 168,5 miliardi di euro dalla vendita dei suoi "gioielli di famiglia": è quanto si evince dall'ultima relazione del ministero Economia e Finanze sulle operazioni di cessione delle partecipazioni in società controllate dallo Stato.

Nel dettaglio, il solo ministero dell'Economia dal 2004 ha realizzato 60 operazioni incassando oltre 110 miliardi; poi ci sono le privatizzazioni dell'Iri-Fintecna che ammontano a 58,4 milardi.

L'anno d'oro è stato il 1997, con la cessione di quote di società per un valore di oltre 19 miliardi: il 29,18% della Telecom e il 18,2% dell'Eni fanno la parte del leone.

Nel 1999 lo Stato incassa invece 18,3 miliardi, la maggior parte dei quali provenienti dalla cessione del 32,4% del capitale Enel.

Un altro anno importante è il 2003, quando lo Stato ha racimolato 16,6 miliardi cedendo quote di Eni, Enel, Poste Italiane, Ente Tabacchi e Cassa Depositi e Presiti.

Un processo, quello delle privatizzazioni, che ha subito un rallentamento negli ultimi anni, tra cui si segnala il solo 2012 con incassi per 8,8 miliardi.
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