Ubi Banca chiude il 2016 con una perdita di 830,2 milioni, contro un utile di 116,8 milioni registrato nel 2015.

Il risultato è dovuto soprattutto alla contabilizzazione anticipata degli oneri previsti dal piano industriale (circa 850 milioni di euro), tra i quali 73 milioni per la quota del fondo Atlante.

Al netto delle poste straordinarie, il 2016 sarebbe terminato con un utile di 111,6 milioni. Mentre per quel che riguarda la solidità patrimoniale, l'indicatore Cet1 Ratio "fully loaded" si attesta all’11,22%, rispetto all’11,28% di settembre.

Si tratta di "una serie di risultati già conseguiti che creano le condizioni per poter prevedere un 2017 con risultati in forte miglioramento rispetto al 2016", spiega una nota dell'istituto, che per l'esercizio propone un dividendo cash di 11 centesimi per azione.

"L'ultimo trimestre del 2016 è stato senza dubbio estremamente vivace. Abbiamo portato a termine la prima fase del progetto Banca Unica", ha commentato amministratore delegato Victor Massiah.

Quanto alle operazioni straordinarie - ovvero l'accorpamento di tre delle quattro "good bank" (Chieti, Etruria e Marche), Massiah ritiene "che si sia fatto un ottimo lavoro, mi sembra anche bene accolto del mercato".

L'istituto ha inoltre comunicato che "dopo aver concluso a novembre la prima ondata di incorporazioni in Ubi delle prime due Banche Rete (Bre e Bpci), senza alcun impatto negativo o incidenti sulla clientela, il 20 febbraio verranno incorporate tutte le altre cinque" (Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca di Valle Camonica, Banca Popolare di Ancona e Banca Carime), "in netto anticipo sui tempi previsti".

In seguito agli accordi sindacali, a fine febbraio usciranno dal gruppo 500 dipendenti, mentre sono state ricevute richieste di adesione al fondo di solidarietà per oltre 1.250 lavoratori.
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