Unicredit presenta i conti dell'esercizio appena chiuso e conferma tutti gli obiettivi del piano industriale "Transform 2019".

Il bilancio 2016 – approvato oggi dal Cda dell'istituto – segnala una perdita netta di 11,8 miliardi di euro, peraltro già annunciata nei giorni scorsi in vista del maxi-aumento di capitale da 13 miliardi (attualmente in corso).

Il rosso della banca di piazza Gae Aulenti è attribuibile soprattutto ai 13,1 miliardi di poste straordinarie, in assenza delle quali l'esercizio avrebbe registrato un utile per 1,3 miliardi.

Più nello specifico, il solo quarto trimestre del 2016 ha visto una perdita di 13,6 miliardi, che – escludendo le poste non ricorrenti – ammonta a 352 milioni per effetto della flessione dei ricavi e dell'aumento delle rettifiche sui crediti, parzialmente compensate dal contenimento dei costi.

Dal punto di vista patrimoniale, l'indicatore Cet1 Ratio (rapporto tra capitale ordinario versato e attività ponderate per il rischio) è sceso a 7,54%, al di sotto del livello minimo prescritto dalla Bce (8%). Tuttavia – sottolinea l'istituto – dopo la ricapitalizzazione da 13 miliardi questo valore salirà all'11,15%, per poi passare al 12% appena saranno contabilizzati gli introiti delle cessioni di Pioneer e Pekao.

L'obiettivo resta quello di raggiungere un Cet1 Ratio oltre il 12,5% nel 2019, in linea con quanto previsto nel piano industriale.

"Il 2016 è stato un anno cruciale per Unicredit. Abbiamo intrapreso numerose azioni incisive per superare le eredità negative del passato e le criticità operative in modo da assicurare il successo futuro del gruppo", ha commentato l'amministratore delegato, Jean Pierre Mustier.
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