Tutte le lauree portano a un’occupazione? Se è vero che quel pezzo di carta è ormai indispensabile per entrare nel mondo del lavoro, è anche vero che ci sono lauree che offrono più scelta e altre meno. Nelle classifiche stilate dal Consorzio Almalaurea Medicina, Ingegneria e Informatica sono tra quelle che hanno uno sbocco professionale più immediato. Tanto per citarne una, Professioni sanitarie è particolarmente sfruttabile fin dalla laurea triennale di primo livello. Ma buone performance registrano anche Scienze della formazione primaria, così come quelle dell’area scientifica, ossia Matematica e Fisica. Valgono ancora oggi le lauree in Giurisprudenza e in Economia: le possibilità di impiegarle nella giusta direzione sono diverse.

L’indirizzo giuridico, ad esempio, registra il 72,2 per cento di occupati a Cagliari, contro il 71,2 per cento della media nazionale. E quello economico-statistico ben l’81,3 per cento, un po’ più giù del dato italiano pari all’88 per cento. Detto questo altre professioni sono in stan by, anche per effetto dei posti di lavoro tagliati dai governi.

Che la laurea serva non c’è dubbio. Il destino dei laureati cagliaritani si gioca soprattutto sul piano della formazione post-laurea. Conseguito il titolo di studio in tanti cercano di varcare i confini dell’Isola per frequentare un master, base di partenza ormai per riuscire a mettere un piede nel mercato del lavoro.

Chi può permetterselo (tanti altri restano a casa senza lavoro o svolgono attività precarie e al di sotto delle aspettative della laurea conquistata) affronta costi elevatissimi per non perdere quest’occasione, pagando migliaia di euro (mediamente 5-6mila euro) per fare il master e continuare a vivere in città come Roma e Milano per proseguire la formazione e concluderla con uno stage non retribuito in un’azienda. Un investimento diventato indispensabile per riuscire a trovare un lavoro. Sempre più spesso lontano dall’Isola.
© Riproduzione riservata