La Germania non molla la presa su Fiat Chrysler e insiste nella richiesta di richiamare i modelli diesel della casa italo-americana.

Nel mirino ci sono Fiat 500, Doblò e Jeep Renegade, per i quali il ministero dei Trasporti tedesco ha proposto all’Unione europea il ritiro per le presunte violazioni sulle emissioni.

Lo ha chiarito oggi il portavoce dello stesso ministero. Ribadendo i termini della questione sollevata dal titolare ai Trasporti tedesco, Alexander Dobrint, in una recente intervista alla Bild on Sonntag ("Le autorità italiane sapevano da mesi che Fca, nell’opinione dei nostri esperti, usava dispositivi di spegnimento illegali").

Un meccanismo illecito sarebbe stato rilevato nell'ambito delle analisi degli esperti della commissione d'inchiesta tedesca, istituita all'indomani del primo caso Dieselgate.

Secondo le parole del portavoce tedesco, "dopo la rivelazione delle manipolazioni Volkswagen, nel 2015, il ministro Dobrindt ha istituito una commissione d'inchiesta, che ha lavorato fino a maggio, alla quale sono stati sottoposti moltissimi veicoli. Fra questi anche diversi della Fiat Chrysler. E la risposta senza dubbi dei periti è stata che su questi veicoli fosse utilizzato un meccanismo illegale di spegnimento".

ACCUSE ALL'ITALIA - Berlino se la prende anche con l'Italia, che non avrebbe preso posizione né risposto nel merito alle richieste delle istituzioni europee sui risultati di tale inchiesta. "Quando dopo più mesi non ci sono reazioni, né alle nostre domande né a quelle dell'Ue, questo non rende certo felici", ha quindi concluso il portavoce tedesco.

DELRIO: "NULLA DA NASCONDERE" - All'accusa giunta dalla Germania hanno però già prontamente risposto sia il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sia quello ai Trasporti Graziano Delrio. "Abbiamo accettato di istituire una commissione di mediazione presso la Commissione Europea a Bruxelles esattamente perché non abbiamo niente da nascondere", ha spiegato Delrio. Aggiungendo che "i nostri test dimostrano che non esistono dispositivi illegali e comportamenti anomali. Questa interpretazione della Germania va contro le regole che ci siamo dati, di responsabilità di ogni nazione verso le proprie case produttive. Noi non abbiamo chiesto nessuna ulteriore indagine da parte di Volkswagen, ci siamo fidati di loro, ed è giusto che il confronto avvenga sulla fiducia e il rispetto reciproco. Presenteremo a Bruxelles i risultati dei nostri test e lì confronteremo i nostri dati con quelli di tutti i produttori. L'Italia ha una posizione di totale trasparenza".

BRUXELLES: "ATTENDIAMO RISPOSTE" - La Commissione europea si accoda però al giudizio tedesco. "Abbiamo ripetutamente chiesto alle autorità italiane di presentare risposte convincenti al più presto possibile. Siamo a corto di tempo - ha detto il portavoce della Commissione Ue per l'Industria, Lucia Caudet - perché abbiamo intenzione di concludere i colloqui sulla conformità della Fiat a breve".

Lo scorso 4 novembre l'organo comunitario ha già ospitato nei propri locali un primo incontro tra Italia e Germania sulla questione Fca e sta ora cercando di promuovere un nuovo bilaterale.

IL CASO DIESELGATE E IL TITOLO FCA IN BORSA - VIDEO:

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